venerdì 29 Marzo, 2024 - 4:32:57

Lettera aperta a Gesù Bambino.

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Caro Gesù Bambino che stai nella grotta del municipio, anticipo di un giorno la mia letterina perché domani, come sai, il postino non lavora. E anche perché il giorno della tua festa è un giorno frenetico: potrei dimenticarmi di spedirtela.
Mio caro Gesù Bambino, sei finalmente giunto… nonostante tutto. Sei arrivato più povero, più disoccupato, più esodato, più precario di prima, ma sei arrivato. Io per tutto l’anno ho dovuto occuparmi (avendo cambiato lavoro) di carte e scartoffie giudiziarie. Non è stata colpa mia: sarei dovuto andare in pensione, ma mi hanno detto che dovrò attendere l’anno prossimo (signora Riforma Fornero permettendo). Perciò sono stato un bambino poco buono o, per meglio dire, un poco di buono. Sono stato un po’ brigante… ma per farmi perdonare ho scritto un libro (“Il soldato contadino”) dove ho potuto ritrovare il mio papà, la mia mamma e i valori di un tempo perduto.
Per iniziare bene il prossimo anno, vorrei che tu mi suggerissi ad utilizzare tutte quelle parole che devo dire nei momenti difficili: gioia, pace, amore, armonia, amicizia. Vorrei che l’amicizia perdurasse nel tempo, reggesse ai colpi violenti della politica (anche nostrana). Vorrei che non si frantumassero le anime per una poltrona in più. Vorrei recuperare gli amici prigionieri nei lager dei partiti. Vorrei che i miei amici perduti saltassero il Muro della vergogna e dei pregiudizi e gioissero, con me, come tanti folletti.
Caro Gesù Bambino, vorrei che tu mi portassi una gomma per cancellare i momenti brutti di questo anno che volge al termine. Vorrei una gomma bella grossa per spazzare via i brutti ricordi e conservare solo quelli lieti: la buona salute mia e della mia Anna, la ripresa, la speranza, la certezza che il domani appartiene ai giusti, ai vinti, ai generosi, ai diseredati, ai precari, ai disoccupati, ai senza-casa, ai senza-futuro, agli umili, agli oppressi, agli ultimi.
Vorrei che tu mi portassi una stella che potesse indicarmi la tua strada, quando è notte fonda o quando il sentiero si confonde con i rovi e la sterpaglia della vita perché non mi possa dimenticare chi sono… nel bene e nel male, essendo io un peccatore. Una stella, anche piccola piccola, che illumini il giusto percorso. Vorrei che tu mi portassi un bastone (come quello che mi ha lasciato mio padre), che sia capace di sostenermi nei momenti difficili, quando il terreno della vita diventa scosceso. Vorrei che tu mi consegnassi una chiave capace di aprire il mio cuore, quel cuore, spesso chiuso in se stesso, talvolta infagottato nella rabbia e nell’orgoglio, ma ancora capace di saper perdonare, recuperare, amare e sorridere al nuovo anno che ci attende. Vorrei, infine, che tu mi aprissi la porta della Fede perché io possa credere per davvero che avrai letto questa mia letterina. Questo vorrei e null’altro. Grazie Gesù Bambino.

Tuo Tonino

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