martedì 16 Aprile, 2024 - 19:30:04

Mafia, arrestati in Puglia imprenditori. L’operazione, denominata “Fenus unciarum”

diaMESAGNE (BRINDISI) –  La Direzione Investigativa Antimafia di Lecce in collaborazione con la Dia di Bari, Napoli, Catanzaro e Salerno stanno eseguendo, dalle prime ore dell’alba, una vasta operazione, che vede impiegati oltre cento uomini e che parte dalle province pugliesi di Brindisi e Bari fino ad arrivare alle provincia lombarda di Pavia.
Sedici i soggetti nei cui confronti è stata emessa l’ordinanza di custodia cautelare dal G.i.p. Annalisa De Benedictis del tribunale di Lecce. Tra questi alcuni esponenti della Sacra corona unita ed un ex consigliere comunale di Mesagne, indagati, a vario titolo, di associazione di stampo mafioso, usura, estorsione e riciclaggio (questi ultimi reati aggravati dalle modalità mafiose), ed un sequestro beni per un milione di euro.
Le indagini che hanno portato all’operazione, denominata “Fenus unciarum”, e coordinata dal sostituto procuratore di Lecce Alessio Coccioli sono state avviate in seguito alla denuncia di un professionista di Mesagne strozzato dai debiti con dagli usurai.
L’uomo consigliere regionale, dal 2000 al 2005, aveva provato a ricandidarsi alle consultazioni regionali nel 2005 spendendo per la campagna elettorale circa 280 mila euro senza ottenere però nessun successo e indebitandosi con banche e finzanziarie. Non riuscendo però ad estinguere i debiti il politico si era rivolto, nel 2009, ad uno degli arrestati che, a sua volta, l’aveva messo in contatto con dei personaggi di Mesagne, alcuni legati anche alla Sacra corona unita, al fine di ottenere dei prestiti a tassi usurai.
A peggiorare ulteriormente la sua condizione economica un altro fallimento elettorale, nel 2010, per il quale aveva assunto impegni di spesa, per ulteriori 150 mila euro causando un aumento dei tassi di interesse usurai che andavano dal 600% al 1000% su base annua.
Grazie quindi alla denuncia della vittima, con l’ausilio di attivita’ tecniche, di numerosi servizi di osservazione e attraverso l’esame dei conti correnti bancari degli indagati, si è arrivati ad emettere le misure di custodie cautelari per queste 16 soggetti e al sequestro di beni mobili ed immobili per un valore complessivo di un milione di euro nella disponibilita’ di uno degli indagati e del suo nucleo familiare.

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