sabato 27 Luglio, 2024 - 3:23:23

Quando un amico vale più di due rivoluzioni

A 150 anni dalla nascita (22 aprile 1870), i russi continuano ad amare Vladimir Il’ič Ul’janov, detto Lenin. Il futuro capo della Rivoluzione d’Ottobre ( 1917 ) si avvicinò alla politica dopo la morte del fratello Aleksandr (21 anni), avvenuta per impiccagione nel 1887 per ordine dello zar Alessandro III. Nei primi anni del suo governo aveva conosciuto un italiano, un socialista atipico, fondatore, insieme ad Antonio Gramsci, del Partito Comunista d’Italia (1921) e sostenitore di Benito Mussolini. Si chiamava Nicola Bombacci, detto Nicolino e soprannominato il “Lenin di Romagna”.

Bombacci con Lenin a Mosca

Ma andiamo con ordine. Perché è di questo “comunista in camicia nera” (mai indossata!) che vi voglio parlare, della sua vita (che avrebbe meritato maggior fortuna), del suo legame con Lenin e della sua amicizia con Mussolini. E’ di questo personaggio scomodo sia per i socialisti e i comunisti prima e per i fascisti dopo, che vi voglio parlare. Un “dannato” e poco noto protagonista del Novecento italiano, che, se non fosse per il pregiudizio ideologico (di Destra e di Sinistra), meriterebbe, oggi, di essere studiato.

Durante i giorni della Rivoluzione d’Ottobre, il nostro Nicolino aveva da poco compiuto 38 anni. “ Bisogna fare come in Russia!” gridava nelle piazze italiane . Aveva carisma. Sapeva ascoltare le “masse” e ne sapeva interpretare le istanze. Aveva una innegabile potenza di seduzione. I suoi discorsi infuocati colpivano al cuore di ogni italiano. Anche perché aveva un fascino particolare, direi mistico : un Cristo in Terra. I capelli spettinati, la barba al vento, il volto magro, gli zigomi sporgenti, i malinconici occhi turchini e la voce appassionata facevano di lui un apostolo . “Deve la sua fortuna di sovversivo a un paio d’occhi di ceramica olandese e a una barba bionda come quella di Cristo” così Mussolini dipinse il suo antico compagno Bombacci. Quando appariva sul palco, la folla veniva avvolta da un religioso silenzio. Scendeva un silenzio “pieno di amore paterno e la quiete che protegge il sogno dei figli bambini”. Una selva di bandiere rosse sventolavano davanti all’apostolo del socialismo italiano. Quelle stesse bandiere rosse, il cui simbolo (falce e martello incrociati da due spighe di grano) fu voluto e “importato” dalla Russia leninista da Bombacci. Mentre Nicola Bombacci, il “Cristo degli operai”, predicava un socialismo evangelico, cercando di evangelizzare le masse per conquistare il “paradiso dei soviet”, Benito Mussolini, futuro duce del fascismo, stava spianando la strada verso la conquista del potere con l’aiuto del Re. Mentre Bombacci aveva aderito alla “causa” della Rivoluzione d’Ottobre e aveva scelto Lenin quale modello da imitare per “sovietizzare” il Paese, Mussolini aveva fondato i Fasci di Combattimento per fascistizzare l’Italia.

Dopo la “marcia su Roma” (28 ottobre 1922 ), in seguito alla mancata “sovietizzazione” dell’Italia, Lenin rimproverò pesantemente la delegazione socialista italiana, presente a Mosca per l’Internazionale, con queste parole: “ In Italia c’era un solo socialista capace di fare la rivoluzione: Benito Mussolini. Ebbene, voi lo avete perduto e non siete stati capaci di ricuperarlo. Male, male, peccato! Era un uomo risoluto, vi avrebbe condotto alla vittoria! ” Tuttavia Bombacci continuava a far la spola con Mosca, soprattutto dopo che, grazie al suo contributo nel parlamento italiano e all’amicizia che aveva con Lenin e Mussolini, l’Italia fascista era stata il primo paese occidentale a riconoscere la Russia comunista e ad avviare rapporti economici e diplomatici con essa . Mussolini – dunque – vale a dire l’uomo che più di tutti al mondo simboleggiava la lotta al bolscevismo, aveva “riconosciuto ufficialmente” la Repubblica russa nata dalla Rivoluzione di Ottobre. Molti anni dopo il duce confidò al suo biografo: “Bombacci fu uno dei fautori dell’accordo commerciale con la Russia. Il partito comunista italiano non condivise il punto di vista da lui illustrato nel discorso che tenne alla Camera. ”

Dopo la morte di Lenin (21 gennaio 1924) cominciò il lento declino di Nicola Bombacci. Espulso dal partito che aveva fondato, calunniato, umiliato e sottoposto a pesanti angherie da parte dei suoi stessi compagni (tipiche della migliore tradizione comunista italiana ), si trovò presto a dover affrontare mille difficoltà, anche di natura economica, soprattutto quando si trattò di salvare la vita al suo piccolo figliolo Vladimiro (8 anni ), il quale aveva bisogno di costosissime cure. Bombacci, il “Cristo dei poveri”, era soffocato dai debiti. Un bel giorno, agli inizi del 1930, bussò alla porta di casa della famiglia Bombacci un militare (indossava la divisa di “ agente della presidenza” ) il quale consegnò un plico ad Erissena, moglie del nostro Nicola. Il milite non pronunciò una sola parola. Salutò la signora e andò via senza dare alcuna spiegazione. Erissena posò lo sguardo sulla busta e si accorse che portava l’intestazione della “presidenza del consiglio dei ministri”. Aprì quell’inaspettato involucro e tirò fuori il biglietto di uno scompartimento riservato del vagone letto per Bologna e la prenotazione di una camera di prima classe presso la clinica Rizzoli. La busta non conteneva nient’altro, neanche un rigo di accompagnamento. Ma non ci volle molto a capire chi fosse stato il “benefattore” che aveva provveduto a sostenere le spese per curare il piccolo Vladimiro.

Il piccolo Vladimiro Bombacci, malato di spondilite, ricoverato in una clinica specialistica per interesse del Duce stesso

 

Malgrado ciò, il nostro Nicola continuava a restare fedele alla sua Idea di socialista. Veniva deriso dai fascisti intransigenti, ma non fu mai “fermato” o arrestato. Continuava a professare e a diffondere quel suo “comunismo dal volto umano” e intanto faceva la fame. Aveva un disperato bisogno di denaro e di lavoro. Nessuno dei suoi ex compagni di partito gli veniva incontro (altro tipico comportamento della migliore tradizione comunista italiana ). Mussolini, avvertito delle miserevoli condizioni in cui versava la famiglia del suo amico d’infanzia e vecchio compagno socialista, annotava in calce ad ogni “foglio” che gli passavano gli informatori la sigla “M” e l’ordine di “provvedere”. I debiti di Bombacci venivano puntualmente saldati dal duce. Era noto a tutti oramai che Nicola Bombacci godeva di “un trattamento di favore da parte di Mussolini”.

Seguirono gli “anni del consenso” (1929-1936) a favore di Mussolini da parte del popolo italiano, la seconda guerra mondiale (1940-1945) con il conseguente crollo del fascismo e della neonata Repubblica Sociale Italiana, durante la quale Bombacci era diventato uno dei più ascoltati e fidati consiglieri del duce per finalmente “socialistizzare” la repubblica italiana .

Siamo giunti alla fine della nostra storia. E’ i l 25 aprile 1945. Mussolini è in fuga, forse vuole raggiungere la Svizzera per mettersi in salvo. Bombacci decide di seguirlo verso il suo destino. Qualcuno gli domanda: “Perché?” e lui risponde: “Lo seguirò fino in fondo”. E’ il 28 aprile. I partigiani comunisti catturano, tra gli altri, Mussolini e Bombacci. Tutti i condannati vengono avviati in colonna verso il luogo dell’esecuzione per essere fucilati. E’ giunto i l sacerdote della vicina chiesetta per impartire l’assoluzione collettiva. “Tutti i morituri caddero in ginocchio” – scrive Arrigo Petacco – , “molti si fecero il segno della croce. Solo Bombacci restò in piedi, immobile, senza battere ciglio”. Racconterà in seguito il partigiano che gli sparò : “ Mi fissò un istante e mi disse, portando la mano destra al cuore: “Spara qui…”. Rimasi un po’ sorpreso. Prima che morisse l’ho udito gridare: “Viva Mussolini! Viva il socialismo!”

Queste ultime parole urlate dal “Lenin italiano” confermano come egli visse i suoi ideali fino in fondo. Coerentemente. Io sostengo che Nicola Bombacci abbia amato fino in fondo due amici: Lenin e Mussolini, uniti da quel sottile filo rosso che è stato il “socialismo incompiuto”.

Tonino Filomena

Nota di redazione. Avevamo raccontato brevemente questa storia ad una amica ricercatrice storica russa,  entusiasta e affascinata da quanto aveva appreso ha voluto approfondire invitando lo storico Tonino Filomena a scrivere di più sull’argomento. Elena Ptychenko ha voluto tradurre l’articolo in lingua russa per far conoscere ai suoi amici lettori russi questa bella storia d’amicizia.

Traduzione e adattamento in lingua russa a cura della dott.ssa  Elena Ptychenko (archeologa e ricercatrice storica).

 

Когда друг важнее двух революций

 

Сегодня исполнилось 150 лет со дня рождения В.И.Ульянова (Ленина).

Многие русские продолжают чтить его память до сих пор.Будущий вождь Октябрьской социалистической революции 1917 года и глава первого в мире социалистического государства пришел в политику после гибели старшего брата Александра. Которого присудили к смертной казни в 21 год за покушение на жизнь царя Александра Третьего. В первые годы своего руководства Владимир Ильич Ленин встретился с одним молодым итальянцем. Это был революционер и политик от фракции максималистов социалистической партии,основатель ,вместе с Антонио Грамши,коммунистической партии в Италии и соратник Бенито Муссолини. Звали его Николо Бомбаччи, Николино, по прозвищу “Ленин в Романия”.

Бомбачи с Лениным в Москве

Но начнём наш рассказ по-порядку.Рассказ о коммунисте в “чёрной рубашке” ,которую он ни разу так и не надел.Я хочу вам поведать о его жизни,которая заслуживает большего внимания,о его связи с Лениным и огромной дружбе с Муссолини.Я хочу поговорить с вами об этом “не удобном” человеке как для социалистов и коммунистов “до”,так и для фашистов “после”.О проклятом и малоизвестном итальянском герое 20 века.О том человеке,чью судьбу и историю жизни,если бы не идеологические предрассудки и правых ,и левых, могли бы изучать во всех школьных учебниках.

В дни Октябрьской революции нашему Николино исполнилось 38 лет.”Надо следовать образцу революционной России!”-кричал он на итальянских площадях.Он был великолепный оратор и завораживал внимание толпы,выступая на митингах.Его пламенные речи покоряли сердце каждого итальянца.В нем было особое очарование,я бы сказал мистическое,как у Христа на земле:

Его неопрятные длинные волосы,его развивающаяся на ветру борода,его худое лицо,его выпуклые скулы и грустные голубые глаза,его страстный голос сделали из Николино Апостола.Когда Николо Бомбаччи выступал с трибуны с речами ,как буд-то безумие сменялось религиозным молчанием. Наступала Тишина,наполненная отцовской любовью и заботой,вселяющая уверенность своим детям.

Лес красных флагов развивался перед Апостолом итальянского социализма.Тех самых красных флагов ,на которых был серп и молот,пересекаемый двумя колосьями пшеницы.Тех флагов, которые Бомбаччи сам привёз из Ленинской России.В то время,когда Николо Бомбаччи,”Христос рабочего класса”,проповедовал евангельский социализм,пытаясь по образцу революционной России построить”советский рай”,Бенито Муссолини продвигался к власти с помощью короля.В то время,как Бомбаччи присоединился к делу октябрьской революции и выбрал Ленина в качестве модели для подражания, Муссолини сформировал отряды “чернорубашечников” или “сквадристов” с целью установить фашистскую диктатуру “сильной рукой”.

После “марша на Рим” 28 октября 1922 года,когда Муссолини получил портфель премьер-министра и все диктаторские полномочия,а «советизация” Италии провалилась ,Ленин сильно отчитал итальянскую делегацию,приехавшую на Коминтерн в Москву. Он сказал: “-В Италии был только один социалист,способный совершить Революцию.И это Бенито Муссолини.Но вы его упустили.Муссолини решительный человек.И он мог бы привести Италию к победе в социалистической революции”.

Тем не менее, Бомбаччи продолжал отношения с Москвой . Благодаря его вкладу в итальянский парламент и дружбе с Лениным и Муссолини ,фашистская Италия была первой западной державой признавшей коммунистическую Россию и первой страной,начавшейся экономические и дипломатические отношения с ней.Муссолини,кто больше всех подходил на символ борьбы с” большевизмом”, официально признал Российскую республику,рожденую в результате Октябрьской революции.Спустя много лет дуче доверился своему биографу : “ – Бомбаччи был одним из сторонников коммерческого соглашения с Россией,коммунистическая партия Италии не разделяла его точку зрения”.

После смерти Ленина 21 января 1924 года,начался медленный упадок в делах Николо Бомбаччи. Его исключили из партии,которую он сам же и основал. Оклеветанный,униженый,он подвергся жестоким преследованиям со стороны своих соратников (очень типично для лучших итальянских коммунистических традиций).Вскоре Бомбаччи столкнулся с тысячей трудностей.В том числе экономического характера.Речь шла о спасении жизни его маленького больного восьми летнего сына Владимира,названного в честь Ленина. Лечение требовало больших средств.

Маленький Владимиро Бомбаччи, больной спондилитом, госпитализирован в специализированную клинику по интересам Муссолини

Бомбаччи,”Христос бедных”,очень нуждался ,его “душили” долги.В один прекрасный день в дверь постучали.На пороге стоял солдат .Он вручил конверт Эриссене,жене Бомбаччи и хозяйке дома.И попрощавшись, удалился.На конверте был штамп совета министров.В нем лежали билет на поезд в спальный вагон до Болонии и номер на бронь в комнату люкс в клинике Риццоли.Больше в конверте не было ничего,ни сопровождающего письма,ни объяснений.Но было сразу понятно,кто этот благодетель,взявший на себя все расходы за лечение маленького Владимира.Но не смотря на это,наш Николо продолжал оставаться верным своей идее социализма.Он был осмеян непримиримыми фашистами.Но его не арестовали.И он продолжал исповедовать и распространять”свой коммунизм с человеческим лицом”.И в это самое время он голодал.Он искал работу.Ему отчаянно нужны были деньги.Но никто из его бывших товарищей по партии не протянул руку помощи.(еще одно типичное поведение,в лучших итальянских коммунистических традициях) Муссолини,узнав об ужасных условиях,в которых находилась семья его друга детства и старого товарища по социалистической партии ,оплатил все долги Бомбаччи.Затем наступили “годы согласия” 1929-1936 годов.Вторая мировая война . С последующим крахом фашизма и вновь образованной Итальянской республикой,во время которой Бомбаччи стал одним из самых уважаемых и доверенных советников вождя,наконец -то “социалистической итальянской республики”.

Мы подошли к концу нашей истории.25 апреля 1945 года Муссолини с некоторыми соратниками хотел скрыться .Возможно он планировал добраться до Швецарии ..Бомбаччи последовал за Муссолини.Он мог остаться и спастись.Но решил быть до конца с другом и разделить с ним его судьбу.28 апреля партизаны-коммунисты обнаруживают беглецов.И арестовывают Муссолини и его соратников.Все осуждённые отправляются в колонне на место казни для расстрела. Священник из местной церкви пришел ,чтобы дать коллективное отпущение грехов.Все опустились на колени,-пишет Арриго Петакко-многие перекрестились. Только Бомбаччи оставался стоять неподвижно и не мигая.Позже партизан,стрелявший в него расскажет : – он на мгновение уставился на меня и поднимая правую руку к сердцу,сказал:”-стреляй сюда!”.Я был немного удивлён,когда перед смертью услышал его крик :-“Да здравствует Муссолини! Да здравствует социализм!”

Это были последние слова “итальянского Ленина”,которые он прокричал перед смертью.Слова доказывающие верность своим идеалам до конца.Я утверждаю,что Николо Бомбаччи беззаветно любил двух своих друзей :Ленина и Муссолини,обьедененных той красной нитью,которая была не законченным Социализмом.

Тонино ФИЛОМЕНА

Перевод на русский язык осуществлен доктором исторических наук и археологом Птиченко Еленой Викторовной

 

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Notizie su Tonino Filomena

Tonino Filomena
Antonio Paolo Filomena (detto Tonino), è nato e vive a Maruggio (Taranto). Scrittore e storico. Ha conseguito la laurea in Scienze Politiche e Master in Finanza e Contabilità degli Enti Locali. Già Dirigente Area Affari Generali del Comune di Maruggio (Ta) e Funzionario Giudiziario Tribunale Taranto - Ufficio Giudice di Pace di Manduria (Ta). Già Segretario-tesoriere del Comitato nazionale per la tutela e valorizzazione della lingua e dei patrimoni culturali delle minoranze etnico-linguistiche in Italia (2004-2007) e del Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Sandro Penna (2006-2008). Organizzatore di eventi culturali, coordinatore e relatore di numerosi convegni di studio e Premi Nazionali alla Cultura, per il cui impegno ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra i quali il Premio Letterario Nazionale Saturo d'Argento per la storia locale e la medaglia al merito conferita dal Centro Studi Melitensi del Sovrano Militare Ordine di Malta. E' Presidente regionale (Sez. Puglia) del Sindacato Libero Scrittori Italiani. Membro della Società di Storia Patria per la Puglia (Sez. Taranto). Testimonial del Comitato Nazionale Tecnico Scientifico “No Lombroso” di Torino. Componente del Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Manlio Sgalambro. Ha pubblicato: Sindacalismo Fascista (2000). Maruggesi nel primo Novecento (2001). Il relitto della Madonnina (2004). Guida a Maruggio dentro e oltre la storia (2006). Paese nostro povero ma bello (2009). Attacco a Maruggio 13 giugno 1637 (2010). Gli occhi della memoria (2011). Nel ventre della Balena Bianca (2012). Così parlò Bilbo (2013). Il soldato contadino (2015). L’infanzia perduta (2018). Il canto della nostalgia (2020). La bellezza dell'attimo (2021). Memorie di un Topo di Fogna (2023). Suoi contributi in: Maruggio nel solco dei secoli: il medioevo di Av. Vv. (1997). Marcello Gigante il sentimento della grecità e il Mediterraneo di Aa.Vv. (2003). San Francesco di Paola di P. Bruni (2003). Oltre la foresta – L’estetica della politica di P. Bruni (2005). Etnie – Popoli e civiltà tra culture e tradizioni di Aa.Vv. (2005). I calabro-greci. Chi sono? di Aa.Vv. (2005). Scanderbeg tra letteratura e radici mediterranee di Aa.Vv. (2006). Sui passi della Magna Grecia di Aa.Vv. (2006). Maschere sotto la luna, J. Contijoch di N. De Giovanni (2006). Un Bene Culturale per Comunità di Aa.Vv. (2006). D’una o dell’altra riva di questo mare di Aa.Vv. (2006). L’inquietudine del vivere di Aa.Vv. (2007). Solo uno sguardo io vidi… di Aa.Vv. (2007). Maruggio: la tua Terra, il tuo mare (2007). Oltre l’incompiuto – Letteratura e Risorgimento per una nuova idea d’Italia di Aa.Vv. (2011). Alessandro Manzoni – La tradizione in viaggio di Aa. Vv. (2023). Suoi interventi su: Rai1, Rai2, Rai Puglia e testate giornalistiche nazionali.

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