venerdì 29 Marzo, 2024 - 6:42:05

1865-1866: IL COLERA IN MANDURIA NELLE CRONACHE DELL’EPOCA (seconda parte)

Come si è detto nel precedente scritto, la seconda diffusione di colera in zona parte nel 1886 da Latiano e Francavilla Fontana, e nel giugno di quell’anno raggiunge Uggiano Montefusco e si riaffaccia su Manduria.

Da “La Sentinella” del 26 luglio 1886 perviene la notizia che “ormai il colera ha invaso tutto il paese e comincia a serpeggiare anche nelle campagne”.

Come nell’anno precedente, notabili, imprenditori, politici e amministratori vengono accusati di essersi defilati e aver pensato esclusivamente ai propri interessi e alla protezione della propria salute e di quella dei loro familiari, e di aver provocato con questo loro atteggiamento anche gravi ripercussioni nell’economia della cittadina e nella salute stessa degli abitanti:

“… al primo annuncio di colera il paese rimase spopolato ed abbandonato. L’abbandono si riferisce alla condotta tenuta dai signori del luogo, che tosto si ritrassero nelle loro non ridenti ville, avvalorando col loro contegno la paura dalla quale il popolo era invaso. Per la loro partenza si produsse subito il più completo ristagno nel commercio e nei lavori – e tutti quelli che per tal modo vivevano, oggi muoiono di fame. E questo oltre al dare origine ad una vera e propria questione sociale che da un momento all’altro può presentarsi come un problema di ordine pubblico, produce anche il disastroso effetto di preparare il terreno all’epidemia con l’indebolire gli organismi”.

Lo scritto, non firmato, prosegue con pesanti accuse all’ amministrazione comunale:

E c’è di peggio. Vi dirò in breve che qui è scappato via tutto l’intero Municipio. Il sindaco ha fatto quello che poteva, e si è ritirato solo quando la sua salute gli impediva di continuare. Gli assessori ed i consiglieri abbandonarono precipitosamente i loro posti, perchè avevano troppo lavorato durante il periodo elettorale, ed erano stanchi”.

In un crescendo polemico e con taglio sarcastico, un assessore viene accusato di aver addirittura negato e occultato la diffusione del colera :

Vittima del dovere rimase solo fino a pochi giorni fa l’ avvocato Preite, ed il dovere consisteva nel dover ricevere il suo amico Lo Re che passava di qui dopo aver accompagnato il ministro Grimaldi. Senonchè egli assicurò al suo amico che non vi era colera e che quindi era inutile che egli si occupasse a visitare gli ammalati. Il Lo Re partì, e la mattina dopo fece fagotto anche l’assessore Preite colla famiglia, poiché in paese non ci era colera, e l’opera sua era inutile!

Proseguono nello scritto le accuse all’assessore contrapponendo la strafottenza e la irresponsabilità di quest’ultimo al comportamento prodigo e diligente di un Onorevole, che l’assessore stesso giunge persino a tentare di depistare:

Due volte l’ On. D’Ayala ha visitato questo paese – ed aggiungerò, il lazzaretto di questo paese. Sempre fu largo di soccorsi ed incoraggiamenti, e le case dei colerosi è stato buono a trovarle da solo, dopo che il mentovato assessore gli ebbe detto anche a lui che a Manduria non ci era colera”.

Ci sono invece parole di lode per il consigliere comunale Orazio Schiavoni, uno dei pochi, a detta dell’articolista, a non aver abbandonato il paese e ad essersi prodigato per i suoi concittadini, e per l’ avvocato Carmelo Schiavoni “venuto subito qui per mettere a disposizione le sue forze per gli infelici: egli ha organizzato le cucine economiche, che nelle presenti circostanze risolvono il problema più grave”.

Vengono lodati anche l’ex capoguardia Giovanni Tarentini per essersi prestato al servizio dei suoi compaesani, Giuseppe Gigli che “ha appeso al muro la sua cetra”, le monache della carità che sono appena in sei, e che si prodigano e si sacrificano prestando la loro opera presso l’ospedale, presso il lazzaretto, lavorando nelle cucine economiche, prestando soccorso a domicilio agli ammalati.

Una critica viene rivolta invece ai preti del paese che “fanno un servizio buono…quanto inutile e forse dannoso”.

Parole aspre vengono rivolte alla Congregazione di Carità, alla Pretura e ancora a politici e amministratori:

E’ doloroso lo sciopero completo della Congregazione di Carità e della Pretura. Aspettiamo fidenti che il Governo metta la mano vigorosamente in tanto sfacelo, e mandi a casa tutte le nullità, che venute su negli ultimi anni, si erano impadronite del Comune per poi abbandonarlo quando lo starci era dovere”.

Non vengono risparmiati neanche i medici, tacciati di incapacità:

I medici non sono tutti all’altezza della posizione. E’ stato necessario far venire da Lecce il giovane dottor Sellitto, il quale ha contribuito efficacemente a riordinare il servizio”.

Lo scritto si chiude evidenziando che l’epidemia è in crescita e insieme ad essa la miseria, che le risorse sono limitate, così come i mezzi, e che perciò occorrono aiuti con urgenza, soprattutto di tipo economico.

Il suddetto giornale ospita anche uno scritto di Giovanni Giannone da Pulsano, che evidenzia come anche in Pulsano il colera ha fatto diverse vittime, e che solo nelle ultime 24 ore dalla spedizione della lettera al giornale (datata 19 luglio) son morte ben 4 persone.

Un terzo articolo, sempre su La Sentinella del 26 luglio 1886, fornisce aggiornamenti epidemiologici. Viene fatto il punto della situazione alla data del 24 luglio, ovvero a distanza di un mese circa dalla ricomparsa in Manduria della nuova ondata di colera:

Il colera non dirò che è cresciuto, ma si è mantenuto finora stazionario, di quella stazionarietà che può da un momento all’altro diventare il punto di partenza di un triste progresso. Tanto più che si manifesta un fatto che noi paventavamo e che potrà sensibilmente aggravare la nostra posizione. Parlo cioè del colera che comparisce nelle campagne. Si sono già avuti quattro casi di colera in campagna. E se tutti i rifugiati in campagna si riversassero in paese, qui sarebbe certo un’epidemia intensissima. Per ora i morti non hanno oltrepassato mai il numero di dieci nella giornata. Abbiamo avuto perfino 34 casi in un giorno; ma i morti non sono stati più di dieci”.

L’articolo prosegue con una aspra critica ai medici del paese, tacciati di disorganizzazione, indisciplina e poca voglia di lavorare, mentre si loda l’operato di due medici forestieri, il già citato dottor Sellitto da Lecce e il dottor Tempesta da Napoli (riporto qui di sotto uno stralcio):

Si loda l’operato della Prefettura che ha permesso di organizzare la mensa, e quello di alcuni notabili del paese, ma continuano nell’articolo le critiche rivolte alla amministrazione e alla organizzazione selettiva dei soccorsi:

Le critiche alla amministrazione proseguono feroci, con palesi accuse di “indegnità e incapacità” nella gestione dell’emergenza:

Ci è in paese solo un consigliere, Orazio Schiavoni, che con infaticabile energia sostiene sulle sue spalle il peso dell’amministrazione intera, oltre all’accudire a tutto quant’altro interessa il paese. Ed egli è mai possibile che le autorità si intestino a tenere in piedi un Consiglio Comunale ed un organismo amministrativo che ha dato tale e tanta prova di indegnità e di incapacità? O si aspetta forse che il colera finisca per attendere il ritorno dei signori consiglieri, che ricominceranno ad occuparsi di due guardie campestri, e di un maestro comunale, come hanno fatto per due lunghi anni, senza avere un pensiero per tutto ciò che non sia bassa vendetta di partito, solo sentimento del quale può dirsi siano capaci le loro anime di imbecilli?

Un quarto ed ultimo articolo, sempre nel numero 6 del 26 luglio 1866 de “la Sentinella”, firmato da “un veterano” (la maggior parte dei corrispondenti si firmano con pseudonimi) fa invece il punto della situazione a Francavilla Fontana: si apre evidenziando che il numero dei casi è diminuito ma l’intensità del morbo è cresciuta.

Qui, si loda l’operato dei medici francavillesi, del clero e delle suore di carità; una critica è rivolta invece al presidente della Croce Rossa, e ad un assessore che, a dire dell’articolista, “dal primo infierire del colera, vergognosamente si mise in salvo, dimostrando chiaramente così come la sola ambizione volgare fa stare certuni a posti che non son degni di assumere”. Si dà notizia, inoltre, di uno scongiurato pericolo di sciopero dei becchini che avrebbe potuto causare seri danni: grazie al delegato di P.S., lo sciopero viene revocato. Il ritaglio completo dell’articolo, qui a seguire.

 

Ovviamente, ieri come oggi, una imparzialità della stampa rispetto alla politica non esisteva, e di conseguenza non esisteva imparzialità nel registrare fatti di cronaca e di vita sociale: così, se La Sentinella appare inequivocabilmente essere a sostegno dei partiti che caratterizzano l’opposizione all’amministrazione manduriana dell’epoca, dalle colonne de La Voce del Popolo si levano critiche feroci proprio a coloro che scrivono su La Sentinella, accusati di scrivere demagogicamente e affatto disinteressatamente e imparzialmente intorno alla questione colera.

Cronisti e corrispondenti locali de “La Sentinella” si firmano con pseudonimi del tipo “un Camerata”, “il Caporale”, “l’ Uffiziale”, “un Veterano”, ecc. . L’articolo del 15 agosto 1886 de “la Voce del Popolo”, giornale ideologicamente contrapposto a “La Sentinella”, ha per titolo proprio “la Sentinella ed il colera a Manduria” e consiste in un duro e polemico attacco a quel giornale, ai suoi cronisti e corrispondenti ed al modo in cui trattano la questione colera a Manduria. Gli articolisti sono tacciati di accusare ingiustamente l’amministrazione e “le persone più rispettabili del paese”. Qui di sotto, un ritaglio.

L’articolo de La Voce del Popolo, anche qui firmato con uno pseudonimo, “Veritas”, prosegue attaccando il corrispondente de “La Sentinella” che si firma “L’Uffiziale”, accusato di demagogia, di tirare acqua al mulino del suo partito e di diffondere perciò notizie non veritiere e infamanti; di stravolgere i fatti, perchè aspira a candidature, e persino di essere un ubriacone (“tu rimani in mezzo al colera – ed anche in mezzo alle bottiglie di cognac”). Così, l’ “Uffiziale” viene qui accusato di screditare i medici suoi concittadini, specie se sono medici non aderenti al suo partito, e di far finta di non vedere invece il comportamento biasimevole dei seguaci della sua corrente politica. Qui, insomma, ogni accusa partita dalle cronache de La Sentinella viene ribaltata e vengono screditati i personaggi che La Sentinella invece aveva lodato. A seguire, il ritaglio che tratta di questi argomenti (l’articolista de “la Voce del Popolo”, “Veritas”, si sta rivolgendo direttamente a “l’ Uffiziale” de “La Sentinella”):

Comparando i pur diversi e opposti resoconti “de “La Sentinella” e “La Voce del Popolo”), ciò che sembra emergere è che omissioni e “fughe” di personale politico, amministrativo e sanitario ve ne sono state in ogni caso, solo che ciascuno dei due giornali dà risalto più alle inadempienze dei personaggi appartenenti alla fazione politica degli avversari che a quella propria. Ad ogni modo, per “la Voce del Popolo” tutti coloro che “la Sentinella” attacca come pavidi e irresponsabili sono invece “generosi e coraggiosi”:

L’articolo de “La Voce del Popolo” si chiude con un duro attacco personale al corrispondente manduriano de “La Sentinella”:

Gianfranco Mele

BIBLIOGRAFIA

Gianfranco Mele, 1865-1866: Il colera in Manduria nelle cronache dell’epoca (prima parte), La Voce di Maruggio, sito web, 29 febbraio 2020

La Sentinella, Giornale Politico-Amministrativo-Letterario, Anno I, n. 6, 26 luglio 1886

La Voce del Popolo, Giornale Politico, Amministrativo, Scolastico, Sociale, Anno III, n. 31, 15 agosto 1886

InternetCulturale, Cataloghi ed Edizioni Digitali delle Biblioteche Italiane, sito web

 

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Gianfranco Mele
Sociologo, studioso di tradizioni popolari, etnografia e storia locale, si è occupato anche di tematiche sociali, ambiente, biodiversità. Ha pubblicato ricerche, articoli e saggi su riviste a carattere scientifico e divulgativo, quotidiani, periodici, libri, testate online. Sono apparsi suoi contributi nella collana Salute e Società edita da Franco Angeli, sulla rivista Il Delfino e la Mezzaluna e sul portale della Fondazione Terra d'Otranto, sulla rivista Altrove edita da S:I.S.S.C., sulle riviste telematiche Psychomedia, Cultura Salentina, sul Bollettino per le Farmacodipendenze e l' Alcolismo edito da Ministero della Salute – U.N.I.C.R.I., sulla rivista Terre del Primitivo, su vari organi di stampa, blog e siti web. Ha collaborato ad attività, studi, convegni e ricerche con S.I.S.S.C. - Società Italiana per lo Studio sugli Stati di Coscienza, Gruppo S.I.M.S. (Studio e Intervento Malattie Sociali), e vari altri enti, società scientifiche, gruppi di studio ed associazioni.

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