martedì 07 Maggio, 2024 - 19:46:01

Berlusconi e la destra italiana. L’uomo più amato e forse politicamente più tradito

silvio_berlusconiCerto. La destra venne sdoganata da Silvio Berlusconi. Non credo ci siano problemi o divergenze in merito. Da quel 1993 in poi è stato l’intuito e l’intelligenza politica e antropologica di Berlusconi a trasformare l’allora Movimento Sociale Italiano in una forza di governo.

Non fu tanto Gianfranco Fini, o soltanto, a comprendere di primo acchito ciò che stava accadendo nella società italiana, ad iniziare dai primi anni Novanta, ma soprattutto Giuseppe Tatarella che insieme a Gustavo Selva, Domenico Fisichella e Francesco Grisi, percepirono la rivoluzione di una destra radicata, allora, nei veri eredi del post fascismo.

Il mondo liberale e la cultura salandriana entrarono nella dialettica di una destra non conservatrice, ma nazional-popolare. Artefice di questa dialettica fu Adriana Poli Bortone che restò sempre legata a Berlusconi. La prima ministra della destra. La prima sindaca con una grande energia e preziosità. Sindaco e mente pensante.
Un altro tassello significativo fu la Lega dentro lo status liberal-democratico che diventò con Maroni, ovvero il superamento di Bossi, la griglia di un sistema il cui pensiero dominante fu la tradizione dentro i principi rivoluzionati degli anni Duemila. La rottura tra una destra conservatrice e sociale e il pensiero liberale non avvenne con la famosa lite-conflitto tra Fini e Berlusconi, bensì con la morte di Tatarella, il quale costituiva, insieme alla Poli Bortone, un vero laboratorio pensante con Berlusconi.

Ho vissuto direttamente queste fasi proprio tra il 1993 e il 1999 quando ero consigliere nazionale di Alleanza Nazionale, co-fondatore con il Sindacato Libero Scrittori e Grisi, e vice presidente della provincia di Taranto.
Date storiche: 1993. 1998. 2005, 2008, 2012. Poi venne il seguito sul piano politico in una stagione di conflitti e di contraddizioni. Ma se la destra tuttora è al governo della nazione lo si deve, senza alcun dubbio, al Berlusconi degli anni Novanta che ha cambiato un modo di fare e di pensare la politica.
Questo diventa un dato centrale. Chiaro che la comunicazione ha giocato un ruolo straordinario.
Chiaro che le sue reti televisivi hanno rivoluzionato i modelli di approccio all’immagine e alla visione mediatica tra società e politica stessa. Chiaro che la mediazione ha svolto una specificità esemplare. Per non sottolineare qui la polita popolare europea con la quale ha impostato la dimensione geo-politica Questo a destra ma anche a sinistra.

Non dimentichiamo che ha ridotto la sinistra a brandelli da quel fatidico “scontro” con Occhetto, quando questi parlava di “macchina da guerra”. Ha cambiato il linguaggio e quindi la politica non ha più usato le metafore morotee ma è entrata in un realismo ad impatto. Ha sbrindellato la sinistra nonostante Romano Prodi.
Dopo Prodi e prima gli ex comunisti si sono lacerati non solo perché era crollata l’unione Sovietica ma perché non ha più avuto un pensiero in grado di sostenere una Idea pregnante di valore strettamente politico. Ha portato gli ex comunisti a ragionare in termini mediatici attraverso sfide massmediologiche. Se oggi il Pd è una estremizzazione di ciò che era nei primi anni Novanta, non bisogna trascurare il fatto che in mezzo è passato Renzi che di ex comunismo non ha mai avuto nulla. Insomma, il liberalismo ha trionfato. L’uomo più amato e più tradito, forse, in termini politici. Si vedrà cosa accadrà.

Pierfranco Bruni

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Notizie su Pierfranco Bruni

Pierfranco Bruni
E' nato in Calabria. Ha pubblicato libri di poesia (tra i quali "Via Carmelitani", "Viaggioisola", "Per non amarti più", "Fuoco di lune", "Canto di Requiem", "Ulisse è ripartito", "Ti amero' fino ad addormentarmi nel rosso del tuo meriggio"), racconti e romanzi (tra i quali vanno ricordati "L'ultima notte di un magistrato", "Paese del vento", "Claretta e Ben", "L'ultima primavera", "E dopo vennero i sogni", "Quando fioriscono i rovi", "Il mare e la conchiglia") La seconda fase ha tracciato importanti percorsi letterari come "La bicicletta di mio padre", "Asma' e Shadi", "Che il Dio del Sole sia con te", "La pietra d'Oriente ". Si è occupato del Novecento letterario italiano, europeo e mediterraneo. Dei suoi libri alcuni restano e continuano a raccontare. Altri sono diventati cronaca. Il mito è la chiave di lettura, secondo Pierfranco Bruni, che permette di sfogliare la margherita del tempo e della vita. Il suo saggio dal titolo “Mediterraneo. Percorsi di civiltà nella letteratura contemporanea” è una testimonianza emblematica del suo pensiero. È presidente del Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi”. Ricopre incarichi istituzionali inerenti la promozione della cultura e della letteratura. Ha ricevuto diversi riconoscimenti come il Premio Alla Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri per ben tre volte. Candidato al Nobel per la Letteratura. Presidente Commissione Conferimento del titolo “Capitale italiana del Libro 2024“, con decreto del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano del 28 Novembre 2023.

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