giovedì 25 Aprile, 2024 - 7:54:33

Campomarino di Maruggio: Sorpresi sub a pescare datteri di mare, un arresto e tre denunce

image (2)Campomarino di Maruggio – Nella mattinata odierna personale militare della Guardia Costiera di Taranto, intento in attività di vigilanza e perlustrazione del territorio, in località Campomarino di Maruggio ha sorpreso tre individui impegnati in attività di pesca subacquea del dattero di mare, con l’utilizzo di autorespiratore, a poca distanza dalla costa, con l’appoggio di un gommone sul quale era presente un quarto soggetto.
All’atto del controllo i tre subacquei hanno tentato di occultare il prezioso bottino, ma tale circostanza non è sfuggita al personale procedente che dopo una accurata ispezione del mezzo nautico ha rinvenuto il prodotto illegale appena pescato unitamente agli strumenti utilizzati a tal fine, martelli e pinze per spaccare la roccia ed estrarre il prezioso frutto.
Uno dei tre subacquei, risultato con precedenti specifici è stato arrestato, mentre gli altri due ed il quarto individuo presente sul gommone sono stati denunciati a piede libero per pesca di specie ittiche vietate oltre che per danneggiamento ambientale.
Il prodotto pescato, consistente in oltre 10 kg di datteri e diversi chilogrammi di altri molluschi è stato sequestrato penalmente e distrutto, così come sono stati sequestrati gli apparecchi ausiliari di respirazione, consistenti in tre bibombole, e gli strumenti della pesca illegale, unitamente al gommone impiegato in appoggio.
L’ attività ora descritta si colloca in una più complessa operazione di contrasto, che vede costantemente impegnata la Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Taranto, nella lotta ad ogni forma di pesca illegale e particolarmente di quelle che, come quella oggi accertata determinano gravi danni all’ambiente ed all’ecosistema marino.
La brillante operazione, frutto di prolungata attività di intelligence e monitoraggio del territorio, condotta tenendo costantemente informata la locale Autorità Giudiziaria, ha quindi consentito di assicurare alla giustizia individui senza scrupoli che non esitano a devastare centinaia di metri di roccia, con conseguenze incalcolabili sull’habitat marino pur di realizzare il proprio pur consistente quadagno, basti pensare che un chilogrammo di datteri può arrivare a costare anche tra i 50 e 100 euro.
Si reputa pertanto necessario rammentare ancora una volta, per la esaustiva comprensione della natura dannosa per l’ambiente marino della pesca del dattero di mare, quanto già oggetto di studi scientifici, attestanti che il dattero di mare è un mollusco bivalve di forma ovale e allungata, che vive scavando nicchie profonde dentro pietre e rocce del litorale da cui il nome scientifico lithophaga-lithophaga. I fori provocati dal dattero di mare nella roccia presentano un’apertura esterna inferiore a quello del bivalve stesso, per cui, per estrarlo, è necessaria la distruzione delle stesse scogliere in cui vive.
Un datteraio professionista si stima che possa prelevare anche fino a 25 kg. al giorno.
Ogni anno chilometri di fondali rocciosi vengono distrutti per una semplice abitudine culinaria che alimenta, purtroppo, il mondo della criminalità organizzata.
Per la preparazione di un piatto viene distrutto mediamente 1 metro quadrato di fondale marino.
E’ necessario ricordare che il dattero di mare è stato da tempo inserito nell’elenco delle specie protette. Secondo le norme vigenti le severe pene applicate al prelievo del noto mollusco sono equiparabili a quelle previste per il commercio di animali esotici, forse con la speranza del legislatore che ciò contribuisca a far desistere i consumatori nel richiedere nelle pescherie e sulle tavole di ristoratori compiacenti e correi, i maltrattati frutti di scoglio.
L’appello ai consumatori è quello di indirizzarsi verso molluschi “legali” e legalmente allevati o pescati contribuendo indirettamente a non alimentare la richiesta di datteri, a vantaggio della salvaguardia dei nostri fondali marini.

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Un commento

  1. Avatar

    Sarebbe interessante conoscere la provenienza di questi vandali marini, da dove arrivano? ( personalmente avrei già un’idea).

    grazie

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