venerdì 29 Marzo, 2024 - 12:44:10

Cellino San Marco, arrestati ex sindaco – 14 fra ex amministratori comunali e imprenditori

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CELLINO SAN MARCO (BR) – È in corso una vasta operazione del Comando Provinciale Carabinieri di Brindisi per l’esecuzione di ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip del Tribunale di Brindisi, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di 14 indagati tra i quali ex amministratori del Comune di Cellino San Marco, incluso l’ex sindaco, l’avvocato Francesco Cascione, quattro imprenditori delle province di Brindisi, Bari e Lecce, e di un pregiudicato vicino alla Sacra Corona Unita, ritenuti responsabili dei reati di associazione per delinquere, peculato, corruzione, turbata libertà degli incanti e calunnia.“

C’è anche Gabriele Elia, ex assessore di Cellino San Marco, noto alle cronache per aver girato l’Italia con un camper bianco per festeggiare il ventennale della discesa in campo di Silvio Berlusconi e proporre, agli inizi del 2014, la candidatura della figlia Marina come premier, fra i 14 arrestati a Cellino San Marco. Elia è stato di recente nominato da Luigi Vitali, segretario regionale di Fi Puglia, suo «vice-coordinatore» cittadino a Brindisi, insieme ad altre due persone.

L’uomo è stato bloccato dai carabinieri nelle tenute di Albano Carrisi, dove risulta domiciliato.

Nel novero degli arrestati, tra cui tutti gli ex assessori comunali di Cellino San Marco, a esclusione dell’ex componente dell’esecutivo con delega all’Urbanistica, Marina Del Foro, ci sono anche quattro imprenditori del settore edile. Nel febbraio del 2014, nell’ambito della stessa inchiesta, furono eseguite da parte dei carabinieri perquisizioni all’interno del Comune di Cellino San Marco. Destinatario dell’ordinanza che ha raggiunto 14 persone, anche Omero Molendini, già coordinatore cittadino di Forza Italia a Cellino San Marco, vittima, tra l’altro, di una violenta aggressione nel settembre di due anni fa da parte di persone non ancora identificate.

In precedenza, nel mese di aprile 2014, il Consiglio comunale di Cellino San Marco era stato sciolto con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del ministro dell’Interno, per condizionamento mafioso. Le misure cautelari oggi eseguite sono state emesse all’esito dell’indagine denominata «Do ut des», che ha portato alla luce una vera e propria organizzazione criminale, facente capo al sindaco uscente, che pilotava sistematicamente gli appalti ed i concorsi comunali, in cambio di tangenti.

Ora è retto da una commissione prefettizia il comune di Cellino San Marco (BR) – dove oggi sono stati arrestati quasi tutti i componenti dell’ex giunta e l’ex sindaco – il cui consiglio comunale fu sciolto per infiltrazioni della criminalità organizzata nell’aprile del 2014.

L’iter amministrativo fu avviato dal prefetto di Brindisi, Nicola Prete, nel luglio 2013, con l’insediamento della commissione prefettizia per l’accesso agli atti. L’accertamento terminò nel dicembre successivo. Lo scioglimento fu deciso il 18 aprile di un anno fa al termine di una riunione del Consiglio dei ministri. Era stato proposto dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano: «Al fine di consentire il risanamento delle istituzioni locali nelle quali sono state accertate forme di condizionamento da parte della criminalità organizzata, il Consiglio dei ministri ha deliberato lo scioglimento del Consiglio comunale di Cellino San Marco (BR».

Venivano rilevate, da parte della commissione prefettizia, «ingerenze da parte della criminalità organizzata che hanno compromesso la libera determinazione e l’imparzialità degli organi eletti nelle elezioni amministrative del 2010, nonché il buon andamento dall’amministrazione e il funzionamento dei servizi». «Spicca – si leggeva – il ruolo determinante del sindaco che all’interno della giunta individua argomenti all’ordine del giorno, proponendo delibere e soluzioni da adottare in piena autonomia».

Sulla posizione dell’ex sindaco di Cellino, Francesco Cascione la cui famiglia «è stata sempre presente dal 1983 a oggi negli organi elettivi», la commissione prefettizia scrive che si segnalano episodi indicativi «di una precipua vicinanza ad ambienti criminosi cellinesi».

Emergeva un quadro di «scarsa attitudine della compagine amministrativa al rispetto delle regole», in cui spiccava il finanziamento dato nel settembre 2012 alla convivente di un pregiudicato affiliato alla Scu per il pagamento del funerale del fratello, ucciso a San Donaci (BR).

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