venerdì 26 Luglio, 2024 - 23:53:20

Deposito nazionale delle scorie nucleari: pubblicato l’elenco, inclusa anche la regione Puglia

Fusti radioattivi nucleare

Scorie Nucleari, la Mappa del Ministero dell’Ambiente per il deposito: 51 possibili siti in 6 regioni italiane. Sogin e Isin individuano le aree idonee attraverso la Carta Nazionale delle Aree Idonee (Cnai).

Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha recentemente reso pubblico l’elenco delle aree considerate idonee per ospitare il deposito nazionale delle scorie nucleari attraverso la Carta Nazionale delle Aree Idonee (Cnai). La Sogin, insieme all’Isin, ha elaborato questa mappa, individuando 51 possibili locazioni distribuite in 5 precise zone, coprendo 6 regioni italiane.

Secondo quanto riportato, entro 30 giorni dalla pubblicazione della Carta, gli enti territoriali e le strutture militari hanno l’opportunità di presentare le proprie candidature per ospitare il deposito. Inoltre, anche gli enti locali non indicati nella Cnai hanno la possibilità di presentare candidature, chiedendo alla Sogin di rivalutare il loro territorio.

Zone Designate e Numero di Siti:

Puglia e Basilicata (15 siti): Concentrati tra la provincia di Matera (Montalbano Jonico, Matera, Bernalda, Montescaglioso, Irsina) e i comuni di Altamura, Laterza, Gravina, con un’appendice nel Potentino, a Genzano di Lucania.

Piemonte (5 siti): La zona adatta si trova nella provincia di Alessandria, con i comuni di Bosco Marengo, Novi Ligure, Alessandria, Oviglio, Quargnento, Castelnuovo Bormida, Sezzadio, Fubine Monferrato.

Lazio (21 siti): Il Lazio ospita il maggior numero di siti idonei, tutti concentrati nel Viterbese, nei comuni di Montalto di Castro, Canino, Cellere, Ischia di Castro, Soriano nel Cimino, Vasanello, Vignanello, Corchiano, Gallese, Tarquinia, Tuscania, Arlena di Castro, Piansano, Tessennano.

Sardegna (8 siti): Gli 8 siti sono concentrati fra la provincia di Oristano e Sud Sardegna, a Albagiara, Assolo, Usellus, Mandas, Siurgius Donigala, Segariu, Villamar, Setzu, Tuili, Turri, Ussaramanna, Nurri, Ortacesus, Guasila.

Sicilia (2 siti): La quinta e ultima zona si trova nel Trapanese, con 2 aree idonee a Calatafimi, Segesta e Trapani.

I CRITERI ADOTTATI. Nel 2021 Sogin aveva pubblicato una prima Carta di 67 aree potenzialmente idonee, la Cnai, basata su 28 criteri di sicurezza fissati dall’Isin, l’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare. Fra questi criteri si sono la lontananza da zone vulcaniche, sismiche, di faglia e a rischio dissesto, e da insediamenti civili, industriali e militari. Sono escluse le aree naturali protette, quelle oltre i 700 metri sul livello del mare, a meno di 5 km dalla costa, con presenza di miniere e pozzi di petrolio o gas, di interesse agricolo, archeologico e storico. E’ richiesta infine la disponibilità di infrastrutture di trasporto. Su questa prima lista di 67 siti, è stata aperta una consultazione pubblica con gli enti locali e i cittadini interessati. Al termine di questa, Sogin ha stilato la lista finale dei 51 siti idonei.

La notizia rivela una distribuzione capillare su territori sensibili, e la presenza di 15 siti tra Puglia e Basilicata evidenzia l’inclusione di queste regioni nel piano nazionale per la gestione delle scorie nucleari. Sarà fondamentale seguire da vicino come la Sogin implementerà le fasi di smantellamento e gestione degli impianti, garantendo sicurezza e tutela ambientale nelle aree coinvolte, comprese le regioni appena annunciate.

La pubblicazione della lista ha scatenato proteste e rimostranze da varie realtà legate ai territori elencati come possibili luoghi destinati a deposito.

Basilicata: Nessun Cambiamento di Posizione Dopo la Pubblicazione della Mappa dei Siti per i Rifiuti Nucleari”

L’assessore all’ambiente e all’energia della Regione Basilicata, Cosimo Latronico, ha ribadito inequivocabilmente il rifiuto della regione nell’ospitare i siti per i rifiuti nucleari, poco dopo la pubblicazione dell’elenco delle aree idonee per il deposito nazionale delle scorie nucleari da parte del Ministero dell’Ambiente.

Latronico ha affermato che la posizione della Basilicata rimane inalterata e sarà irremovibile. In una dichiarazione rilasciata dall’ufficio stampa della giunta regionale, l’assessore ha sottolineato il contributo già significativo della Basilicata all’approvvigionamento energetico del Paese.

“La Regione Basilicata offre già un contributo straordinario all’approvvigionamento energetico del Paese. Sono sicuro che, come ha già detto il Ministro Pichetto Fratin, saranno individuati i comuni che hanno già manifestato la propria disponibilità a ospitare tali depositi di rifiuti radioattivi,” ha dichiarato Latronico.

La ferma opposizione della Basilicata potrebbe alimentare ulteriori tensioni e dibattiti sulla distribuzione geografica dei siti per i rifiuti nucleari in Italia. La dichiarazione dell’assessore Latronico riflette la preoccupazione delle regioni coinvolte e la necessità di coinvolgere attivamente le comunità locali nel processo decisionale per garantire una gestione responsabile e sostenibile delle scorie nucleari nel paese.

 

 

 

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