
Nei pochi frammenti che la memoria conserva della mia prima infanzia, emerge un episodio tanto insolito quanto esilarante che mia madre amava raccontare. Ero un bambino irrequieto, sempre in movimento, esploratore delle strade del nostro piccolo paese di Maruggio.
Un giorno, mentre mia madre percorreva le vie del paese da via Regina Elena a via Pisanelli, con me in braccio, notò un improvviso aumento di peso e resistenza. Con fatica, raggiunse la casa dei miei nonni e delle mie zie Antonietta e Cosimina, ma qualcosa sembrava essere cambiato. Le mie mani stringevano con forza qualcosa di insolito.
Con sorpresa e ilarità, mia madre si rese conto che durante il percorso avevo trascinato con me un cosciotto di agnello crudo preso da una macelleria lungo la strada. In quei tempi, la carne veniva esposta all’esterno dei negozi, e la mia infantile curiosità mi aveva portato a fare una strana scelta culinaria. La scena di una madre che arriva a casa con il suo bambino che porta un inusuale bottino di carne cruda è diventata una delle storie più raccontate della nostra famiglia, un ricordo vivace di una piccola avventura che ha lasciato il segno nella mia prima infanzia.
Fernando Filomena