venerdì 29 Marzo, 2024 - 7:21:58

IL 15 AGOSTO ANDRANNO IN VIGORE LE UNIONI CIVILI

Mi piacerebbe vivere in un mondo in cui l’omosessualità non fosse un titolo di merito o di colpa; anzi di più, che i propri orientamenti sessuali non avessero alcuna influenza nel giudizio pubblico, attenessero solo alla vita privata e alla sfera intima e non fossero regolati dalla legge.

Il discorso non riguarda tanto i gay, la questione dell’omosessualità o le potenti lobby dei gay. Riguarda il gregge, lo spirito da pecoroni che domina e che ci fa vivere l’omosessualità come un totem e l’ironia verso i gay come un tabù. Ricordo il sarcasmo dei progressisti verso i combattenti e reduci o gli orfani di guerra, categorie protette e rispettate dalla retorica del tempo andato. Oggi la stessa retorica, travestita sotto il fard sbarazzino dell’antiretorica e della trasgressione si applica a questa nuova categoria protetta e rispettata. E film, sceneggiati, storie raccontate in video e sui giornali abbondano di conversioni dall’eterosessualità all’omosessualità o alla bisessualità, con accenti mistici ed esaltati di trionfo della verità, di maturità civile e di progresso umano. Coniugi abbandonati per fuggire con compagni dello stesso sesso sono salutati da un coro entusiastico di olè.

Ma cos’è quel primitivo accoppiarsi tra uomo e donna, quel bestiale procreare e mettere al mondo altri poveri fessi…vuoi mettere l’omofilia che è autoreferenziale e che consente di fregare la volontà della specie che si vuole riprodurre, secondo la teoria di Schopenhauer? Il simile vada col simile, e non con l’altro sesso, insegna il nuovo catechismo gay. Ai figli ci penserà la provetta o al più l’adozione.
Se fossi gay mi ribellerei a sentirmi trattato come una bambola e un malatino da proteggere, mi seccherei a sentirmi circondato da questa untuosa retorica e userei per una volta toni virili per mandare a quel paese i tutori laici e pelosi dell’omosessualità. Sono fatti miei, direi, arrivando pure a sostituire la parola fatti. Senza peli sulla lingua. –

da FACEBOOK,  Marcello Veneziani – Pagina autorizzata

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