giovedì 28 Marzo, 2024 - 14:33:57

Il libro. La storia di una donna raccontata da un’altra donna. “Gli amori sprecati” di Aurora Bagnalasta

Sembra quasi sussurrato con toni di voce pacati, ritmati da una leggerezza che conduce ad una dimensione sensoriale rilassata, predisposta all’abbraccio di un dono prezioso: la storia di una donna raccontata da un’altra donna. “Gli amori sprecati” di Aurora Bagnalasta, edito da GCL edizioni, con la prefazione del noto regista cinematografico Federico Moccia, ha ricevuto il patrocinio del comune di Gradara, località in cui è ambientata la storia e il patrocinio del Museo casa di Dante, di Firenze per i numerosi riferimenti all’opera del Sommo, dato che proprio nel castello di Gradara fu scenario della passione di Paolo e Francesca.

È un racconto che va letto su più livelli, iniziando dal cromatismo naturale delle sue descrizioni, rintracciandone l’atmosfera favolosa della quotidianità, proposta con uno stile identificativo dell’essere donna senza confini, in attesa che il tempo scenico si sciolga nella vaghezza di una pagina, per lasciare spazio all’immaginazione. La protagonista, Alba, è alla scoperta di quella parte di sé identificabile come un’istinto insito nell’essere, che quando si svincola da condizionamenti sociali e psicologici, è la via per il superamento degli stereotipi: non solo “donna forte”, ma prima di tutto donna, sensibile, romantica, splendidamente umana, che si spinge oltre i limiti, affronta le proprie insicurezze, forgia il proprio destino. La lotta è sempre con quel “qualcuno” con cui ti devi giustificare, che ti vuole cambiare o che non comprende. Innamorarsi di nuovo di se stesse, o farlo per la prima volta, è la più grande delle avventure. Il suo memoir potrebbe essere un inno, senza retorica, alla libertà e alla forza dello spirito umano.

È la storia di un viaggio alla scoperta dei lati più nascosti, quelli con cui si deve imparare a dialogare per trovare un nuovo equilibrio. E, allora, saltano per aria i migliaia di tasselli di un puzzle inestricabile, tenuto insieme a forza, ma con incastri imperfetti. Ecco, è qui che inizia tutto. E da quel coraggio che ci vuole per guardarsi così, spezzata in mille coriandoli: è da lì che si ricomincia. Perché una donna ricomincia sempre e comunque. Serve inventarsi una nuova forma, perché è toccato conoscersi di nuovo, presentarsi a se stesse. Non si può più essere quelle di prima. Pagina dopo pagina, si conosce Alba per quei sorrisi che accompagnano parole, per quei gesti che traducono pensieri, per quegli sguardi che sfondano barriere, gettando secchiate di colore sulla grigia e piatta omologazione di una cittadina di provincia, troppo stretta per chi preferisce un mondo fatto di persone e non di gente. Il presente diventa presto passato e, per lasciare il proprio segno, bisogna mettersi in ascolto del futuro, tempo della speranza di cambiare e migliorare. Resistere e non desistere dalla volontà di andare oltre, per accogliere ancora la bellezza, la felicità. In questo senso, una grande sensibilità, accomuna le anime inquiete, in perenne ricerca della fusione dei flussi di energie vitali da cui si sentono attraversate e che le rende tanto diverse, fino al punto da vivere, in alcuni momenti della vita, la diversità come un difetto. Fino a quando non accade la svolta. La comprensione che è proprio la diversità ad essere il proprio punto di forza.

Quello che attrae di questa splendida giovane donna è il mutamento in divenire, quel processo che il tempo inserisce nella vita del mondo. Quello che l’autrice Aurora Bagnalasta ha trasmesso, in questa opera, è un documento umano di straordinario valore, la cui importanza non è dovuta tanto all’oggetto del discorso, quanto alla particolarissima prospettiva, con cui viene affrontato e al profondo messaggio che produce: cambiare la metafora della propria vita e trasformare l’energia del timore, in capacità di agire. Infatti, il vero cammino è un percorso di conciliazione di quei conflitti che, originandosi dentro di noi, si proiettano sullo schermo del mondo esterno, rappresentato dalla nostra esistenza quotidiana, nella convinzione che la qualità del viaggio sia più importante della meta e che ogni traguardo porti con sé una forma di responsabilità. La “natura umana”, intesa come duplicità, ha consentito nel tempo differenti formulazioni, ponendosi ogni volta come problema del rapporto tra corpo e anima, vita e spirito, istinto e ragione sempre, però, nel tentativo di creare una risoluzione dello scontro, della dicotomia che questa impostazione sembrava contenere. E se, invece, considerassimo un punto di vista alternativo, in cui si provasse a restare all’interno non tanto di una visione dualizzante della “natura umana”, quanto piuttosto di una prospettiva, che assuma la “duplicità”, quale tratto primigenio e, quindi, “naturalmente” integrato nell’essere umano?

Questa opera si pone come un’esperienza di ricerca di quella volontà di perdersi nella completezza del superamento di schermi e catene con la percezione che l’emozione non si schiuda completamente all’esterno, ma sosti, per un attimo, dentro la persona. Come fosse un ritratto di artista, l’autrice dipinge la sua protagonista con raffinate evoluzioni di stile e vivacità creativa, che rispecchiano uno spirito letterario curioso e intraprendente, piacevole alla lettura e morbido nell’armonia dei ritmi narrativi.

Alessandra Basile

Nota Biografica autrice

Aurora Bagnalasta nasce a Vimercate (MB) il 17 dicembre del 1971 e a 12 anni si trasferisce in Puglia.
Da sempre dedita alla scrittura, esordisce con libri di poesia e racconti di letteratura venatoria che la vedono classificarsi in alcuni importanti concorsi.
Nel 2020 arriva prima al concorso internazionale di poesia del cavalier Nicola Paone “Tra le parole l’infinito”.
Da quasi trent’anni nella Polizia di Stato, attualmente è in servizio alla Polizia Stradale di Palagiano (Ta); è anche Assessore alla Cultura del Comune di Crispiano (Ta), il paese delle 100 masserie.

 

 

 

Facebook Comments Box

Notizie su Alessandra Basile

Alessandra Basile
Laurea magistrale in Progettazione e Management di sistemi turistici e culturali e triennale in Scienze dei Beni Culturali per il Turismo, presso l'Università degli Studi "Aldo Moro" di Bari, è presidente della Associazione culturale Programma Cultura, di Taranto, che promuove e valorizza il territorio ionico e regionale, con progetti ed organizzazione di eventi per la divulgazione delle eccellenze del nostro patrimonio culturale. Appassionata di arte, teatro e fotografia, è da anni impegnata nella divulgazione scientifica per la tutela del cielo stellato, dichiarato dall'UNESCO patrimonio dell'umanità. Ha al suo attivo importanti esperienze redazionali con testate nazionali e regionali, con cui collabora per raccontare le bellezze artistiche, culturali e paesaggistiche del territorio.

Leggi anche

Grazie sanita pugliese

Una lettrice ci scrive: “Grazie alla Sanità Pugliese”

Un esempio di buona sanità pubblica. Riceviamo e pubblichaimo questa letta di una lettrice. Ho …