giovedì 28 Marzo, 2024 - 14:50:46

Lizzano, 7 sindaci delle Terre del Mare e del Sole, chiedono l’energia sociale.

7-sindaci-tarantoE’ piaciuto il progetto presentato a Lizzano, nella sede dell’Unione di comuni “Terre del Mare e del Sole”  Comuni (bagnati dal Mar Jonio del Golfo di Taranto) della parte est della provincia (Leporano, Pulsano, Lizzano, Torricella, Maruggio) tranne Manduria. Inoltre, comprende altri 2 comuni, sempre della parte est della provincia, non rivieraschi (Fragagnano e Avetrana). I comuni appartenenti all’unione sono tutti in Salento e il più popoloso tra loro è Pulsano con i suoi circa 11.000 abitanti (più di un quinto del totale degli abitanti dell’ente).

All’incontro hanno partecipato l’ avv.Dario Macripo’ sindaco di Lizzano, che faceva gli onori di casa, in quanto ospita la sede dell’associazione dei comuni in una palazzina all’interno del piazzale della Cantina Sociale dei Fratelli Ruggeri, quelli del vino doc e igt, punta di qualità nell’agro-alimentare della zona.

Un altro avvocato è Mario de Marco Sindaco di Avetrana, che ha promosso l’incontro.  All’incontro partecipaa Lino Andrisano sindaco di Fragagnano, il più combattivo che è entrato nel merito, e delle cui argomentazioni dirò qualcosa.

Alberto Chimenti, sindaco di Maruggio e presidente dell’associazione dei comuni, che promette di impegnare i suoi ultimi mesi di carica – è in scadenza di mandato – per questo progetto, prima di tornare al suo impegno di medico-dentista.  L’avv. Giuseppe Ecclesia, sindaco di Pulsano, che ha condiviso il progetto e la linea di azione scaturita dall’incontro. Assenti il comune di Leporano recentemente commissariato e gestito dal  viceprefetto aggiunto Maria Luisa Ruocco  e il Comune di Torricella.

Dicevamo del progetto che è piaciuto. Anzi si può dire che scardina un sistema, nella gestione dei rifiuti, quel sistema farraginoso messo in piedi dalla Regione Puglia che non tiene conto che occorre davvero una molla per far decollare la raccolta differenziata è questa è l’energia sociale.

Dov’è l’aspetto vincente? In una semplice cosa. Sui rifiuti si sa e chi – come lo scrivente – ha frequentato Ecomondo, sui rifiuti gira il grande mondo della finanza e dell’ecomafia, bianco e nero in parallelo.Due mondi che sono sempre sulla cronaca. I cittadini sono da un lato tartassati dalle tasse e dall’altro spinti, sollecitati a fare la raccolta differenziata. Come dire colpiti da una parte e accarezzati dall’altra. Sullo sfondo l’informazione che mostra ecoballe a Napoli, rifiuti nelle discariche abusive. Come potrà mai partire la raccolta differenziata? Lo dicano coloro che scrivono centinaia, migliaia di pagine di piani di rifiuti scopiazzati qua e là.

Il progetto dell’energia sociale è sostanzialmente un impianto anaerobico per la produzione di biogas  che si dimensiona per la realtà dei comuni che sottoscrivono l’impegno. Nulla devono mettere gli enti locali, se si raggiunge l’idea di farlo, basta un equity regionale, una sorta di start up iniziale, e la gran parte delle risorse viene dallo stesso Network di imprese sociali e dal mondo cooperativo.

Dov’è la cosa che ha davvero colpito i rappresentanti dei cittadini? Proprio in questo mettere sopra il business il sociale. Non quello di altre realtà, ma degli stessi comuni. Uno degli step del progetto è proprio quello di operare, assieme alla Lega delle cooperative, per individuare le cooperative dell’area e sviluppare il progetto sociale.  Per esempio per gli anziani non autosufficienti, per la salute Mentale in età adolescenziale e pre-adolescenziale, per il reinserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, soprattutto psichiatrici, allestimento di centro Diurno Integrato per anziani fragili, Caffè Alzheimer, Centrale Operativa per il Servizio di Teleassistenza.  Struttura Residenziale Riabilitativa per Adolescenti e pre-adolescenti con psicopatologia a forte connotazione psicoterapeutica.Attività d’Inserimento Lavorativo per utenti in carico al dipartimento di salute mentale attraverso lo strumento della cooperativa sociale di tipo B. Fattoria Sociale quale strumento per l’Inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati.

Tutto questo mondo finanziato dalla gestione dei rifiuti organici. Altro che impianti di compostaggio che non servono a nulla nel sistema pubblico. Per esempio Taranto: domandiamo a quelli che gestiscono l’impianto di compostaggio dell’Amiu, dove lo portano dopo quando è maturo? Ci sono le bolle di uscita o lo bruciano come biomassa nell’inceneritore?

Cosa comporta questo progetto? Tanti vantaggi. Intanto una motivazione da parte dei cittadini nel fare raccolta della frazione organica, che è la maggior parte dei rifiuti e poi scatena la raccolta della frazione differenziata secca. Perché per la prima volta, è questo è davvero rivoluzionario, i cittadini toccano con mano la risorsa, per la prima volta la vedono vicina. Vi pare poco?

Un altro risultato è la risoluzione dei problemi dei rifiuti agricoli (letame, sansa, ecc) che sono fuori dalla gestione dei rifiuti solidi urbani, in quanto speciali. Un tema che mette a dura prova gli stessi agricoltori alle prese con imprese di rifiuti speciali.

Un altro aspetto è la sostenibilità ambientale: vengono privilegiati materiali di scarto LOCALI  evitando l’utilizzo di matrici nobili (mais o altre coltivazioni che possono essere dedicate all’alimentazione animale, pensate per esempio allo scandalo dell’olio di palma e delle desertificazioni di aree tropicali). Una matrice sempre rinnovabile.

Un ulteriore vantaggio è il risparmio da parte dei Comuni del costo di conferimento che sarà sempre senza ecotassa e in percentuale sempre inferiore a qualunque costi di mercato. Una sorta di giustizia divina finalmente per i Comuni che non sanno come fare a impostare il bilancio comunale. Con una spesa che, per i Comuni della zona, come dice il Sindaco di Fragagnano, passa dalle 54 euro a tonnellata che si pagava alla discarica di Manduriambiente alle 120 circa che si pagheranno alla discarica di Massafra, più il ristoro al Comune massafrese e più 25 euro di ecotassa e più il trasporto che passa da un impianto di zona ad un altro della parte opposta della provincia con una lievitazione dei costi di trasporto.

Un altro vantaggio dell’impianto: nessuno scarto da trattare o smaltire, ma materiale organico essiccato e sanitizzato ( ammendante agricolo di alta qualità)

L’ultimo aspetto è legato alle sue dimensioni. Questo piacerà a tutti, anche ai più estremi ecologisti. L’impianto ha il sociale come sbocco e finalità dell’impresa ed è dimensionato rispetto ai rifiuti dei comuni partecipanti. Proprio per le sue piccole dimensioni è replicabile in ambiti ristretti.

La risposta dei comuni. Il sindaco di Fragagnano, molto combattivo, ha tirato fuori lo status che affossa le amministrazioni, come abbiamo appena riferito. Dentro un altro problema. Sulla zona di Manduria c’è già un impianto a titolarietà pubblica, e già in autorizzazione integrata ambientale, che dovrà essere impianto di zona dove devono arrivare tutti i rifiuti dei comuni.

Il piano regionale parla di un impianto di CMRD ( Centro Materiali Raccolta Differenziata) non in esercizio.Che per i CER autorizzati si riferisce solo ai materiali secchi (Carta, cartone, plastica, vetro, metalli).

Il fatto che non sia in esercizio rappresenta, come sottolinea lo stesso piano una criticità: consiste in impianto diselezione e biostabilizzazione dei rifiuti indifferenziati, secondo uno schema di trattamento non allineato alle previsioni del vigente Piano (DC 187/2005), in quanto realizzato prima della sua entrata in vigore.

Il progetto, secondo le stesse indicazioni del piano, prevede l’adeguamento alle previsioni di Piano, tale atto ha ottenuto il parere favorevole di compatibilità ambientale dalla Provincia di Taranto ed attualmente. recita il piano regionale. ” (febbraio 2013) è in fase di rilascio l’ AIA. Nello specifico il progetto comprende il sopralzo della discarica, la linea di trattamento mediante biostabilizzazione selezione e produzione di CSS, la linea di gestione della FORSU e la linea di trattamento delle frazioni secche provenienti da raccolta differenziata”.

Da una discarica, croce e delizia dei manduriani cosa ci si aspetta?

La piattaforma di trattamento RSU a servizio dei Comuni del bacino TA/3 sito in Manduria (TA) alla località La Chianca, inaugurato nel 2003 con tanta enfasi, era un impianto che praticava una selezione grossolana della frazione secca (sopravaglio) dalla frazione umida (sottovaglio) dei rifiuti indifferenziat.

La biostabilizzazione della frazione umida finalizzata alla trasformazione della stessa in materiale stabile e inerte da allocare in discarica, discarica per rifiuti non pericolosi a servizio dell’impianto.

L’impianto di selezione e valorizzazione delle frazioni riutilizzabili derivanti da raccolta differenziata (carta, plastica, vetro, metalli e legno) mai partito.

Come riporta lo stesso piano il ciclo di trattamento dei rifiuti indifferenziati non ha consentito di produrre frazione secca idonea alla trasformazione in CDR, per cui i flussi derivanti dalla lavorazione meccanica sono stati abbancati nella discarica di servizio-soccorso, riducendone prematuramente le volumetrie disponibili. A seguito di positivo parere di compatibilità ambientale espresso dalla provincia di Taranto, è stato presentato un progetto di adeguamento dell’impianto, attualmente (febbraio 2013)  in fase di esame per il rilascio dell’AIA.

La criticità del sistema da trovare è in quella gestione del trattamento della Forsu, non specificata come compostaggio, e per farne cosa. Qui la criticità sulla quale si dovrà intervenire.

I sette comuni, che diventeranno nove con i comuni dell’Aro Manduria e Sava, sposano l’energia sociale, vogliono con questo scardinare il sistema, proporre una novità rivoluzionaria , e marciare, cosi hanno promesso, su Bari. Sarà cronaca.La racconteremo.

Roberto de Giorgi su Agorà Maganine

Per il progetto contattare

rdegiorgi53gmail.it

 morseppe@gmail.com

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