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Natuzza Evolo, parte il procedimento di beatificazione

Commovente l’annuncio per istruire, a 5 anni dalla morte, la causa di beatificazione. Pierfranco Bruni: Una bella giornata per la Chiesa calabrese e la Chiesa del popolo. Il mistico oltre la teologia

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Cosenza, 31 ottobre – La notizia del procedimento per la causa di beatificazione di Natuzza Evolo, è una delle più belle pagine che la Chiesa calabrese e la Chiesa dei Popoli abbia potuto annotare in questi giorni. “Non mi coglie di sorpresa ma mi rende felice – ha sottolineato subito Pierfranco Bruni, appena appresa la notizia durante le giornate del Forum Universale delle Culture di Napoli – anche perché anche io ho molto insistito che ciò accadesse”-  ha continuato Bruni –  quando mi sono trovato a scrivere il libro su San Giuseppe Moscati. Natuzza racconta di essere stata miracolata da San Giuseppe Moscati. Poi sono contento che a proporre ciò sua stato un vescovo di una profonda cultura come don Luigi Renzo, scrittore e poeta”.
Si tratta di un evento sul quale bisogna riflettere sia sul piano mistico che su quello teologico. La Chiesa del mistero è la Chiesa del popolo, delle periferie, del cuore. “Dopo San Nicola di Longobardi dell’ordine dei Minimi,-  sempre Bruni – Natuzza rappresenta la Mistica in un tempo in cui la Chiesa potere ha perso il contatto con la umiltà della,preghiera. Natuzza lega il mistero alla osservanza, la preghiera alla Provvidenza“.

Da Wikipedia

Fortunata Evolo, detta «Natuzza» (Paravati, 23 agosto 1924 – Paravati, 1º novembre 2009), è stata una mistica italiana.

Nasce a Paravati, una frazione del comune di Mileto, antica città della Calabria, dove Ruggero il normanno aveva stabilito la capitale della sua contea e la primadiocesi di rito latino dell’Italia meridionale.

Il padre, Fortunato, qualche mese prima che lei nascesse, nella speranza di poter contribuire economicamente al sostegno familiare, era emigrato in Argentina, da dove non sarebbe tornato mai più, formando una nuova famiglia. La madre, Maria Angela Valente, rimasta sola con numerosi figli da accudire, si adattò ai lavori più umili per sfamare la famiglia.

La bambina non ricevette una particolare formazione religiosa, anche perché la condotta di sua madre era particolarmente chiacchierata in paese. Natuzza (un diminutivo di Fortunata molto diffuso in Calabria) cercò di aiutarla accudendo gli altri fratelli, non potendo frequentare regolarmente la scuola e restando quindi con un livello di istruzione molto limitato, quasi analfabeta.

A 14 anni, per aiutare la famiglia andò a lavorare come domestica in casa dell’avvocato Silvio Colloca, guadagnandosi subito la fiducia di quella famiglia. Ma dopo poco tempo Natuzza fu al centro di presunti fenomeni paranormali, quali la visione di persone che erano già defunte.

Nel 1941 Natuzza si ritirò da quel lavoro, andò a vivere presso la nonna materna e pensò di farsi suora, ma venne sconsigliata, proprio perché protagonista di tutti quegli episodi considerati “inquietanti”. La madre decise allora un matrimonio combinato, con un giovane, figlio di amici, di professione falegname, che in quel momento prestava servizio nell’esercito. Trovandosi lo sposo in guerra, il matrimonio (officiato con rito civile), avvenne per procura il 14 agosto 1943. La coppia ebbe cinque figli.

Si riferisce che durante il corso della sua vita si siano manifestati una serie di presunti episodi paranormali: apparizioni e colloqui con Gesù Cristo, la Madonna,angeli, santi e defunti, bilocazione, la comparsa di stimmate ed effusioni ematiche accompagnate da stati di sofferenza durante il periodo pasquale e momenti diestasi. Svariate testimonianze le attribuiscono anche il presunto e cosiddetto “dono dell’illuminazione diagnostica“, ovvero la capacità di diagnosticare con esattezza una malattia e suggerirne la cura migliore.Per decine di anni ricevette presso la sua abitazione migliaia di persone provenienti da tutto il mondo per incontrarla, principalmente nella speranza di avere notizie dall’aldilà dai propri defunti o indicazioni sulle proprie malattie.

Su sua ispirazione si costituì nel 1987 un’associazione (poi diventata fondazione, presso cui Natuzza ha trascorso il resto della sua vita) con l’obiettivo di creare a Paravati un complesso che comprendesse un santuario mariano, strutture per l’assistenza medica e centri per giovani, anziani, disabili, tra cui, già realizzati, il centro anziani “Pasquale Colloca” e quello per i servizi alla persona “San Francesco di Paola”[2]. Ispirati da Natuzza e dalla sua testimonianza di fede sorsero inoltre, dal 1994, dei “Cenacoli di preghiera”.

Il 9 aprile 2007 Rai International trasmise da Paravati di Mileto lo spettacolo “Notte degli angeli”, a lei dedicato, organizzato dal promoter musicale Ruggero Pegna, e condotto da Lorena Bianchetti, ispirato al libro Miracolo d’amore (Rubbettino Editore), storia della guarigione dello stesso Pegna dalla leucemia.

Il 7 giugno 2008, l’Unione Cattolica Stampa Italiana l’ha insignita del premio, Affabulatore d’oro per la sua straordinaria dote di “comunicatrice di Verità”

Morì a causa di un blocco renale alle 5 di mattina del 1 novembre 2009 nel centro per anziani che lei stessa aveva fondato grazie alle cospicue offerte dei fedeli.

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