sabato 27 Luglio, 2024 - 4:11:53

Nuove economie per i territori pugliesi. Scenari e prospettive

Agire da sistema territoriale vuol dire averlo costruito prima. È questa la consapevolezza emersa dal talk Nuove economie per i territori pugliesi. Scenari e prospettive, organizzato questa mattina alla Pessima dalla Consulta delle Associazioni Culturali e del Volontariato di Manduria.

Condotto da Silvia Gravili, esperta in comunicazione, marketing e sostenibilità delle destinazioni turistiche, il dibattito si è sviluppato principalmente attorno alla presentazione delle case history virtuose di Brindisi e della riserva di Torre Guaceto, a cui si è aggiunto un contributo sui nuovi indirizzi della Regione Puglia relativamente allo sviluppo dei territori.

Emma Taveri, assessora al Turismo, al Marketing territoriale e alla Creatività della Città di Brindisi, ha raccontato come il capoluogo adriatico in soli due anni sia riuscito a riposizionarsi sul mercato dell’incoming, scegliendo di indirizzare i propri sforzi soprattutto sulla nicchia degli smart workers, tanto da entrare nella top 15 mondiale della categoria per il colosso Airbnb. «Partivamo da un passato per niente semplice», ha ricordato l’assessora. «La reputazione di Brindisi non era quella della classica meta turistica italiana e pugliese. Allora per prima cosa abbiamo investito nella partecipazione, nella condivisione del nostro percorso strategico con i cittadini, nel senso del coinvolgimento e dell’ascolto delle critiche. Questo perché non è più sostenibile la scelta di calare dall’alto qualcosa che poi non va avanti e crolla quando le amministrazioni cambiano. Abbiamo puntato a riportare a Brindisi l’orgoglio perduto».

In questo percorso, fondamentale è stato il lavoro di marketing strategico. «Si chiama strategia “oceano blu”», ha spiegato Taveri. «Avremmo potuto scegliere di inseguire le altre destinazioni, ma non avevamo tutte quelle risorse. Per questo abbiamo deciso di puntare su qualcosa di diverso. Avevamo analizzato il mercato durante la pandemia e ci eravamo accorti che c’era un grande potenziale nel mondo del nomadismo digitale. Quando ho comunicato questa scelta ovviamente il mio territorio mi ha guardato in maniera stranita. Si tratta degli smart worker, i lavoratori da remoto: persone che oggi possono scegliere dove vivere e lavorare, senza vincoli di presenza fisica. Un bacino di utenza di oltre 30 milioni di persone al mondo, con capacità di spesa medio-alta e ottimo livello culturale. Ci siamo così dati una strategia con sei obiettivi, che puntavamo a raggiungere nel corso degli anni. In realtà, li abbiamo già raggiunti, poiché abbiamo conseguito risultati importanti e ottenuto rilevanti finanziamenti per il nostro territorio, oltre che una grande visibilità a costi ridotti, quasi zero. E oggi siamo diventati, da pionieri, una città di riferimento in Italia e una città pilota in Puglia».

Più lungo, ma non meno redditizio, è stato il percorso di ingresso nel mercato del turismo lento da parte di Torre Guaceto, che ha impiegato un ventennio prima di cominciare a compiersi: dalla prima estemporanea azione di sensibilizzazione per la costituzione di un’area naturalistica, passando per la costituzione dell’Area Marina protetta nel 1991, fino all’attribuzione dello stato di Riserva (comprensiva dell’entroterra) ottenuta nel 2020. «Torre Guaceto – ha sottolineano il presidente dell’ente di gestione, Rocky Malatesta – è stato uno dei primi esempi in Italia a far sì che l’opzione naturalistica diventasse veramente un’opportunità, anche a livello economico. A cominciare dalla pesca sostenibile. Dalle generazioni di chi pescava con le bombe si è passati gradualmente alla piccola pesca costiera, consentita una volta a settimana con reti non a strascico, ma a maglie verticali, grandi non meno di 3 centimetri contro gli 1,7 consentiti dal Ministero. Abbiamo così fatto in modo che i giovani pesciolini potessero fuggire dalla rete e riprodursi. Una scelta che ha pagato: come nell’episodio evangelico della moltiplicazione dei pesci, i pescatori hanno potuto tirare su pescati più abbondati e di grossa pezzatura».

Ora Torre Guaceto è impegnata nella strutturazione economica di un sistema di turismo lento più ampio, che si stima moltiplichi per dodici ogni euro speso in investimenti mirati. La Riserva gestisce in forma sostenibile persino un lido, che dispone anche di attrezzature per diversamente abili: una pedana, un solarium e ombrelloni. Inoltre, l’ente è impegnato nella valorizzazione di Tetide, la rete delle aree naturalistiche di Puglia, di cui fanno parte anche le Riserve Naturali di Manduria.

«Si pensi – ha prospettato Malatesta – a cosa potrebbe portare l’interconnessione tra Torre Guaceto e Manduria, che distano solo 60 km. Potremmo farne un percorso meraviglioso di turismo lento, ideale anche per le famiglie».

A confortare questo disegno concorre anche la nuova strategia regionale inerente alla spesa dei 5,5 miliardi di fondi europei, destinati alla Puglia per la programmazione 2021-2027. «Data per scontata la condizione della sostenibilità, si dovrà fare i conti con la capacità di progettare sul territorio in forma integrata», ha ammonito Aldo Patruno, direttore del Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio della Regione Puglia. I Comuni, le agenzie di sviluppo territoriale e i privati non potranno più candidare se stessi indistintamente o un singolo attrattore, ma solo progetti di sistema e di rete territoriale. Un approccio destinato a superare la logica dei Sistemi Turistici Locali, dei Gal, dei Sac, degli ecomusei e dei distretti turistici, a direzione politico-amministrativa variabile. «Il turismo del futuro – ha detto Patruno, citando Carlo Petrini – parte dai cittadini residenti, dalla loro qualità della vita, dalla capacità di essere felici, dalla loro cura verso la terra che abitano. I turisti arriveranno di conseguenza». In quest’ottica, Manduria come Brindisi potrebbe perseguire scelte di nicchia, territorialmente condivise. «Pensate al brand Primitivo di Manduria – ha suggerito Patruno – e mettetelo in connessione con il terroir, il suo territorio. Tutto ciò insieme potrebbe diventare una wine wedding destination ovvero il posto ideale dove poter celebrare il proprio matrimonio, partendo dallo sposalizio nella vigna».

Il talk è stato un’occasione per la presidente della Consulta delle Associazioni Culturali e del Volontariato di Manduria, Cecilia de Bartholomaeis, di presentare il sodalizio di recente costituzione e le sue finalità di democrazia partecipativa, in relazione alle quali la Consulta si candida a un costante dialogo con la locale Amministrazione Comunale.

Proprio in rappresentanza di quest’ultima è intervenuta alla conferenza Ileana Tedesco, assessora al Turismo e al Marketing territoriale, che ha ribadito la direzione già indicata dagli ospiti sia come la migliore praticabile anche in terra messapica: «diversificare anziché destagionalizzare».

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