venerdì 19 Aprile, 2024 - 2:09:17

Può un animale essere l’amante della donna?

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Ma sì, la pubblicità è la maschera della realtà o il vizio che si usa chiamare vizio quando invece è una malattia della cultura sia moderna che occidentale.
Mostrare che una donna possa far amore o sesso (come oggi si dice ) con un animale è la semplice testimonianza di una società degenerata degenerativa degenerante. Ovvero di una cultura malata che ha sgretolato quei segni di una tradizione del rispetto della dignità.
Non si può affermare o far passare l’idea che è soltanto un atto pubblicitario.

La pubblicità è uno strumento delle culture che hanno invaso il nostro tempo. Ce ne sono alcune di una ineleganza e di una volgarità terribile. Altre offrono una loro estetica. Pochissime. Ma quasi tutte hanno un obiettivo che è quello di esorcizzare.

Non di rendere sensibile le immagini o la parola costruita in una sessualità in cui possa dominare la bellezza. Siamo comunque oltre la bellezza. Siamo invece nel registro di un tempo terribile e leggero.
Terribile perché pur di vendere e di vendersi tutto è possibile e fattibile.

Nel caso della pubblicità in questione è in commercio anche il sesso della donna tra un animale e una gomma da masticare. Leggero perché non ha pensiero e il conformismo è dilagante perché se fosse un tempo pesante imporrebbe una costante riflessione. Ma questa società è stata educata alla leggerezza.

La brutta lezione sulla leggerezza di Italo Calvino dimostra e insegna. Non è stato frainteso. Ha detto ciò che con la sua cultura poteva e riusciva a dire. Non servono inutili giustificazioni.
Il permissivismo non è una altra tara culturale. È la proiezione di una ideologia. Nasce dalla distruzione delle regole e da una pedagogia delle educazioni del permissivismo.
Tutto ormai è lecito. Persino considerare Pasolini un maestro… Ma de che…? Un cattivo esempio in tutto! Ma in questa società è tutto accettabile.

La pubblicità non nasce dai fiori di Ronsard. Ma dalla realtà del tutto è concesso. Tutto è lecito. Vi ricordate quella pubblicità in cui un signore si fa scivolare una pillola per l’erezione e va a finire in una auto che immediatamente si ingrandisce anzi si ingrossa… All’inizio non riuscivo a capirla… Non capivo la doppia pubblicità. Mi sono chiesto se quella pillola ingrossasse soltanto quel tipo di auto… Poi mi è stata spiegata… perché io essendo un tradizionalista e conservatore non ero arrivato a comprendere la stupidità che è la vera anima della pubblicità.

Non mi meraviglio non mi vergogno non mi indigno… Ho paura. Si paura. Perché questa ideologia della leggerezza ha creato persone senza pensieri forti e uomini che hanno sposato la tolleranza convinti che tollerare significa essere democratici. Ma io a questo non rispondo perché la democrazia non mi appartiene.

Non lo sono, non sono tollerante sulle idee stupide, non mi appartiene la leggerezza perché amo la profondità della pesantezza e viceversa, non guardo alcuna pubblicità anzi si se spinto per osservare i cambiamenti della cultura.
Già, basta saper leggere la pubblicità per comprendere in che cultura in che realtà siamo finiti. Ma questo è il Paese che ha reso Pasolini un eroe nazionale.

Gli italiani italiani non provano un po’ di pudore e di vergogna? Lasciamo che la donna si lasci offendere dalla pubblicità animalesca e masticatoria… Tanto non esiste più la farsa di una epoca quando si gridava l’UTERO È MIO E ME LO GESTISCO IO…
Recite di altri tempi…. in un teatro di marionette…
Pierfranco Bruni

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Notizie su Pierfranco Bruni

Pierfranco Bruni
E' nato in Calabria. Ha pubblicato libri di poesia (tra i quali "Via Carmelitani", "Viaggioisola", "Per non amarti più", "Fuoco di lune", "Canto di Requiem", "Ulisse è ripartito", "Ti amero' fino ad addormentarmi nel rosso del tuo meriggio"), racconti e romanzi (tra i quali vanno ricordati "L'ultima notte di un magistrato", "Paese del vento", "Claretta e Ben", "L'ultima primavera", "E dopo vennero i sogni", "Quando fioriscono i rovi", "Il mare e la conchiglia") La seconda fase ha tracciato importanti percorsi letterari come "La bicicletta di mio padre", "Asma' e Shadi", "Che il Dio del Sole sia con te", "La pietra d'Oriente ". Si è occupato del Novecento letterario italiano, europeo e mediterraneo. Dei suoi libri alcuni restano e continuano a raccontare. Altri sono diventati cronaca. Il mito è la chiave di lettura, secondo Pierfranco Bruni, che permette di sfogliare la margherita del tempo e della vita. Il suo saggio dal titolo “Mediterraneo. Percorsi di civiltà nella letteratura contemporanea” è una testimonianza emblematica del suo pensiero. È presidente del Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi”. Ricopre incarichi istituzionali inerenti la promozione della cultura e della letteratura. Ha ricevuto diversi riconoscimenti come il Premio Alla Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri per ben tre volte. Candidato al Nobel per la Letteratura. Presidente Commissione Conferimento del titolo “Capitale italiana del Libro 2024“, con decreto del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano del 28 Novembre 2023.

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