venerdì 26 Luglio, 2024 - 21:00:13

Ritorniamo ad una politica estera forte al centro del Mediterraneo

Credo che la questione Africa – Mediterraneo si porta dietro un atavico errore storico che risale, nella cultura moderna, alla questione Regno di Napoli e al cambio di dinastie tra mondo Borbonico e Savoiardo e alla successiva guerra di Libia.
Finora siamo stati in una Italia che non è riescita a discutere di una seria politica estera dai tempi di Bettino Craxi. Mentre si impedisce di dedicare una strada ad un serio politico come Giorgio Almirante.
Il tanto discusso Mussolini aveva ben capito la questione del Mediterraneo, tanto che non aderì alla guerra giolittiana del 1911 1912 , tanto voluta addirittura da Pascoli nel suo attualissimo Discorso di Barga sul Mediterraneo.
Per i Savoia il problema non era il Regno di Napoli e la disonesta Unità d’italia. La questione vera era la supremazia per raggiungere la via per conduceva rapidamente al Mediterraneo.
Per passare le sponde avevano bisogno di trovare la strada libera proprio nel Sud. Ovvero spazzare il Regno delle Due Sicilie e andare oltre.
Ci riuscirono sempre con la collaborazione francese e tedesca.
I Savoia occuparono, con la scusa di “bonificare” il Sud, i tracciati che Cavour aveva disegnato, ovvero quelli che conducevano direttamente alla linea nord dell’Africa.
Nel 1911 era necessario “distruggere” la Cirenaica e la Tripolitania e occuparla per una ulteriore spazio verso l’Asia e i Balcani.
Attenzione. Mussolini era allora contro Giolitti e la guerra di Libia. Il “guerrafondaio” verrà dopo.
Il socialista Pascoli inneggiò alla annessione del nord Africa all’Italia. Allora una buona politica mediterranea avrebbe allontanato i Turchi dall’Europa. Ma Giolitti sbaglió tutto. Anche allora ci fu una terribile diaspora ma non si parlò di rifugiati politici.
Nel 1936 – 40, invece, ci fu una grande politica mussoliniana sul Mediterraneo approvata dagli Stati Africani e addirittura dagli Stati Uniti e sempre più dagli intellettuali e storici italiani che alla fine degli anni 40 li troviamo dal Fascismo elle mani di Togliatti compreso il “democratico” Norberto Bobbio.
La rivista di Bottai “Primato” apri la discussione sul Mediterraneo dal 1940 al 43 e tutti puntavano alla supremazia del dialogo tra Italia e Mediterraneo.
Oggi siamo in un tempo di ignoranti.
Furono gli anni della magistrale impresa di Italo Balbo che venne fatto fuori dagli stessi europei che recentemente bombardarano la Libia e vollero la morte di Gheddafi.
La storia ha la sua continuità. Paghiamo lo scotto di non aver saputo comprendere la politica estera del Fascismo. Solo Craxi aveva messo in moto una visione nazionalista.
Ora o si fa una seria politica sul Mediterraneo e non si considera questa Geo politica come un fenomeno internazionslista alla sinistra maniera, o non riusciremo ad uscirne fuori da una straordinaria conflittualità.
Non credo che il Pd abbia fatto una politica estera puntando alla identità nazionale come è stata fatta in Francia e in Germania. Ragiona con una mentalità pre 1989. Lo stesso Centrodestra non ha avuto una politica estera.
Matteo Salvini punta alla centralità dell’Italia nel cerchio del Mediterraneo. Qui bisogna capirsi. Perché il dannato dilemma è tra Europa e Mediterraneo. Non si possono intrecciare le economie le politiche le finanze. Ci sono realtà antropologiche competitive. L’unico Paese sostanzialmente Mediterraneo è l’Italia. Ma l’Italia finora ha incassato soltanto immigrati e non altro mentre ad Algeri e Tunisi e Marocco la prima lingua resta il francese e quindi una economia che sirivolge ad una Europa francese e inglese. La Libia di Gheddafi che aveva stabilito ottimi rapporti economici con l’Italia è stata bombardata con una particolare iniziativa francese. Cosa che Italo Ballo nel 1939 aveva bloccato.
Certo fa benissimo Salvini a chiudere i porti. Non si tratta di umanitarismo o meno, ma di una seria politica estera. L’Italia deve iniziare a tradurre una politica estera in una Geo politica trattattivista.
L’Europa straziata da Prodi e dalla sinistra deve trattare con l’Italia se vuole restare Europa e non essere succube del mondo ebreo internazionalista.
Qui bisogna far capire che la Francia e la Germania senza l’Italia non vanno da nessuna parte e non il contrario.
Il Mediterraneo principalmente è l’Italia.
Si deve ripartire con la centralità dell’Italia mentre si rinuncia ad intitolare una via a Giorgio Almirante. Che ignoranza!
Siamo in un popolo che non conosce la storia e svende la propria identità.
L’italia è una Nazione chiave tra il Mediterraneo e le Americhe. La politica estera è dentro un Mediterraneo forte a guida italiana.

Pierfranco Bruni

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Notizie su Pierfranco Bruni

Pierfranco Bruni
E' nato in Calabria. Ha pubblicato libri di poesia (tra i quali "Via Carmelitani", "Viaggioisola", "Per non amarti più", "Fuoco di lune", "Canto di Requiem", "Ulisse è ripartito", "Ti amero' fino ad addormentarmi nel rosso del tuo meriggio"), racconti e romanzi (tra i quali vanno ricordati "L'ultima notte di un magistrato", "Paese del vento", "Claretta e Ben", "L'ultima primavera", "E dopo vennero i sogni", "Quando fioriscono i rovi", "Il mare e la conchiglia") La seconda fase ha tracciato importanti percorsi letterari come "La bicicletta di mio padre", "Asma' e Shadi", "Che il Dio del Sole sia con te", "La pietra d'Oriente ". Si è occupato del Novecento letterario italiano, europeo e mediterraneo. Dei suoi libri alcuni restano e continuano a raccontare. Altri sono diventati cronaca. Il mito è la chiave di lettura, secondo Pierfranco Bruni, che permette di sfogliare la margherita del tempo e della vita. Il suo saggio dal titolo “Mediterraneo. Percorsi di civiltà nella letteratura contemporanea” è una testimonianza emblematica del suo pensiero. È presidente del Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi”. Ricopre incarichi istituzionali inerenti la promozione della cultura e della letteratura. Ha ricevuto diversi riconoscimenti come il Premio Alla Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri per ben tre volte. Candidato al Nobel per la Letteratura. Presidente Commissione Conferimento del titolo “Capitale italiana del Libro 2024“, con decreto del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano del 28 Novembre 2023.

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