Il gruppo di immigrati, parte dei quali fatti sbarcare nel porto di Augusta, perché bisognevoli di immediate cure, sono stati soccorsi dalla nave “Open Arms” lo scorso 21 novembre, a largo delle coste africane. Nell’immediatezza dello sbarco a Taranto, i due centrafricani sono stati indicati da alcuni immigrati compagni di viaggi come i conducenti dell’imbarcazione, unici ad essere in possesso di una bussola e di un cellulare che, poi, è stato utilizzato per chiamare i soccorsi.
Peraltro, i due erano anche muniti di un coltello ed un bastone da utilizzare contro i connazionali presenti sul gommone qualora se ne fosse presentata la necessità.
I due, all’arrivo dei soccorsi, avrebbero anche tentato di mimetizzarsi tra gli altri immigrati, intimando di non riferire quale fosse stato il loro ruolo nel corso della navigazione. Si è avuto modo di accertare che i fermati avrebbero tratto un vantaggio economico dalla collaborazione offerta alle organizzazioni criminali straniere che lucrano sulla tratta di esseri umani : non avrebbero pagato, infatti, la quota prevista per la traversata- pari a 2mila dinari libici- chiesta per salire a bordo dell’imbarcazione.
Al termine delle formalità di rito, il maggiorenne è stato accompagnato presso la locale Casa Circondariale mentre il sedicente minore, già trasferito presso un centro di accoglienza, è stato segnalato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni.