A seguito dei riscontri effettuati sul cantiere di edificazione dell’impianto di sollevamento del sistema fognario delle marine ostunesi, in località Pilone – Torre San Leonardo del Comune di Ostuni, il personale della Sezione di Brindisi del “Nucleo Operativo di Polizia Ambientale (N.O.P.A.)” della Guardia Costiera, costuito presso la Direzione Marittima della Puglia e Basilicata Jonica di Bari, ha deferito all’Autorità Giudiziaria, in stato di libertà, il legale rappresentante della Ditta che sta realizzando i lavori per conto di AQP.
Dopo reiterati interventi, che avevano prodotto, tra l’altro, anche il sequestro di un’area demaniale marittima attigua al cantiere, abusivamente occupata con manufatti in cemento destinati alla realizzazione dell’opera, da ultimo, il 15 Marzo scorso, i militari erano nuovamente intervenuti, congiuntamente al personale dell’ARPA Puglia – DAP Brindisi, documentando l’alterazione della colorazione del mare con pigmentazione brunastra delle acque prospicienti la località balneare Pilone-Torre San Leonardo. All’atto dell’accertamento, lo scarico era risultato attivo ed il titolare della Ditta appaltatrice aveva quindi interrotto d’iniziativa le operazioni nelle more di conoscere gli esiti delle analisi dei campioni prelevati.
Lo scarico temporaneo in mare delle acque di aggottamento, provenienti dallo scavo principale dell’opera, era stato autorizzato ai sensi del Testo Unico Ambientale (decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152) dalla Provincia di Brindisi, quale Autorità competente, subordinandolo ad un preventivo processo di decantazione ed al contenimento dei parametri entro i valori di cui alla tabella 3 dell’allegato 5 al decreto stesso. Nei giorni scorsi, l’ARPA aveva ufficializzato i risultati, confermando il superamento dei soli parametri di solidi sospesi, colorazione e materiali grossolani. Tutti gli altri valori rientravano ampiamente nei limiti prefissati.
A seguito della segnalazione inoltrata dal N.O.P.A., il Servizio Ambiente ed Ecologia della Provincia di Brindisi, ha provveduto immediatamente a sospendere l’autorizzazione allo scarico per dieci giorni, previa diffida, nei confronti della S.r.l., ad effettuare lo scarico delle acque, in difformità dei limiti tabellari e ad irrogare una sanzione amministrativa per la violazione dell’articolo 133 comma 1 del D.Lgs. 152/2006 che afferisce al mancato rispetto delle prescrizioni impartite dall’Autorità competente.
Come anticipato, nella mattinata di oggi (30 marzo), i militari della Guardia Costiera hanno depositato in Procura un’informativa di reato per le violazioni degli articoli 101 e 107 comma 5 del D.Lgs. 152/2006 a carico del legale rappresentante.
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