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29 luglio 1974, convocato il consiglio comunale per l’approvazione progetto di ampliamento del Porto di Campomarino

Il 29 luglio 1974 Peppino Depierro, sindaco di Maruggio, convoca il consiglio comunale per approvare il progetto di ampliamento e sistemazione del porto di Campomarino per un importo di 950 milioni di lire. Sono le ore 20,10. Presenti quasi tutti i consiglieri. Il nostro Peppino invita i progettisti dell’opera, i fratelli Vitone (originari di Maruggio) ad illustrare «di persona al Consiglio Comunale il progetto tecnico esecutivo alla cui approvazione è chiamato questa sera il Consiglio». Dopo l’illustrazione tecnica del progetto, il sindaco dichiara aperta la discussione. Il consigliere socialista Antonio Disarlo si dichiara «favorevole al progetto per i vantaggi che indubbiamente presenterà dal punto di vista turistico…». Il comunista Antonio Lomartire «esprime l’opinione che il porto turistico non arrecherà alcun vantaggio alla comunità maruggese perché Campomarino è stato irrimediabilmente rovinato dall’Amministrazione Comunale. Si tratta di soldi spesi male in una zona ove il turismo non attecchirà mai». I consiglieri della Balena Bianca (Democrazia Cristiana) – naturalmente – si dichiarano tutti favorevoli. «Il consiglio comunale con voti favorevoli quindici e numero due astenuti (Lomartire Antonio e Buccolieri Cosimo) approva il progetto tecnico esecutivo concernente i lavori di ampliamento e di sistemazione del porto peschereccio di Campomarino dell’importo complessivo di £. 950.000.000, redatto dagli ingegneri Vitantonio e Amedeo Vitone da Bari in data 24.7.1974». E’ possibile che il progetto sia stato ideato, disegnato, ragionato, steso ed esposto in soli 5 giorni dalla sua approvazione? C’è qualche cosa che non quadra. Non mi convince neanche l’astensione dei due consiglieri d’opposizione: uno si dichiara «favorevole» e non vota a favore, l’altro si dichiara «contrario» e non vota contro. Bà! Troppe anomalie. A proposito: «La spesa sarà fronteggiata con apposito mutuo da contrarre con la Cassa DD.PP. [Cassa Depositi e Prestiti] o altro Istituto di credito».

«Il porto: un colosso a Maruggio», così La Voce Maruggese, che non è La Voce fondata nel 1908 da Giuseppe Prezzolini e neanche la nostra odierna La Voce di Maruggio, ma molto più semplicemente è l’organo culturale della biblioteca parrocchiale del paese nostro, fra qualche anno (1978) titolerà l’arrivo della più discussa opera pubblica mai realizzata a Maruggio. I leader politici locali rilasceranno dichiarazioni poco persuasivi. L’opinione che si diffonderà negli anni a venire è che l’idea del porto è venuta a Vanni Longo (sindaco negli anni Ottanta e oltre). Ciò porterà al convincimento che il porto di Campomarino sia figlio dei governi a guida democratica o democristiana (Nino Longo, Peppino Depierro, Vanni Longo). L’ “idea” di attrezzare Campomarino di un porto è nata, invece, negli anni che hanno preceduto la Democrazia. Il 12 agosto 1929, infatti, il Podestà del VII Anno dell’Era Fascista, Pietro Filotico, chiese al Prefetto di Taranto «un approdo per riparare le barche dai venti predominanti (scirocco), perché la spiaggia è frequentata da una gran quantità di pescatori provenienti da Cesaria, Gallipoli, Mola, Fasano e Taranto, per la pesca delle triglie e delle aragoste, di cui se ne fa una larga esportazione nei centri urbani più importanti ed anche a Napoli, dove sono ricercate e rinomate». Continua a scrivere il “sindaco” fascista: «Per la costruzione di tale porticino… si rende indispensabile la costruzione di una diga…, Campomarino diverrebbe una importantissima stazione balnearia che per le sue importanti doti naturali (sabbia estesissima, mare bassissimo e sabbioso per un lungo tratto, attiguo a Maruggio e poco distante da Manduria, circondato alle spalle da campi ubertosissimi di frutteti e vigneti, nonché da casine signorili ed invidiabili come centro di villeggiatura, e servita da una via provinciale che arriva fin sull’acqua) non avrebbe nulla da invidiare alle più importanti spiagge d’Italia… mentre sarebbe una fonte di ricchezza di questa industre e laboriosa cittadinanza. Firmato: Il Podestà Pietro Filotico.» Beccatevi questa!

(Brano tratto dal libro di Tonino Filomena “Nel ventre della Balena Bianca”, in vendita presso l’edicola di Ciro&Marisa via Malta Maruggio).

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