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Celebrazioni del 69° anniversario della Festa della Repubblica Italiana

2 giugno 2015MARUGGIO – L’Associazione Nazionale Sottufficiali d’Italia sezione di Maruggio, sostenuta dalla locale Amministrazione Comunale, nel ricordare il centenario dell’entrata dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale, per onorare il sacrificio dei nostri Eroi, dei combattenti e dei caduti di tutte le guerre che nelle varie vicende storiche del nostro paese, hanno contribuito a fare dell’Italia un paese unito e rispettato nel mondo, martedì 2 giugno alle ore 19,00 presso il convento, sarà celebrata una Messa in onore dei Caduti di tutte le guerre. Al termine, in corteo con le vari associazioni e alunni dell’istituto comprensivo “Tommaso del Bene” di Maruggio, sarà scoperta, una targa marmorea presso l’abitazione natia, in ricordo del giovane soldato maruggese Rizzo Giocondo, partito per la Prima Guerra Mondiale, divenuto poi sergente del 27° Reparto Assalto. Il giovane, fu dichiarato disperso, all’età di 22 anni, il 2 luglio del 1918, durante un’azione di disturbo sulla riva sinistra del Piave, in località Fontigo, in provincia di Treviso.

Nel 1917, il giovane maruggese Giocondo Rizzo (vedi ritratto), grazie al suo indiscutibile coraggio, entra a far parte degli Arditi d’Italia.
Egli possiede i requisiti propri di questi famosi reparti d’assalto: coraggio, ardimento, sprezzo del pericolo. I giovani Arditi, con le loro gesta scrivono, nelle tempestose giornate della Grande Guerra,
pagine esaltanti e di indimenticabile eroismo. Essi contribuiscono, in modo determinante, nelle battaglie del Piave e sul Montello, alla vittoria finale.
Nella notte tra l’1 e il 2 luglio del 1918, alcune pattuglie della prima compagnia Aosta, di cui fa parte il nostro Giocondo, oltrepassano il fiume Piave per controllare i movimenti austriaci. Il sergente Rizzo (Giocondo) è in avanscoperta con due fedeli camerati: Rossetti (napoletano) e Fiorini (della provincia di Pesaro). I tre soldati avvistano dei movimenti strani e decidono di controllare personalmente. Rizzo va per primo dicendo agli altri di aspettare…
…dopo qualche attimo si odono degli spari…cosa mai sarà successo? Rossetti, pensando che abbiano colpito l’amico, ritiene opportuno tornare indietro, ma Fiorini non accetta e, volendo accertare cosa sia accaduto al suo sergente, dopo aver incitato il suo compagno a tornare indietro ed informare la compagnia dell’accaduto, prosegue alla ricerca dell’amico Giocondo. Lo trova, poco dopo, accasciato e morente, ma con forza sufficiente per dire all’amico: << Vai via! Salvati! Per me è finita >>.
RIZZO GIOCONDOIl 15 giugno 1932 il Re conferirà la “Medaglia d’argento al valor militare, coll’annessovi soprassoldo di £ire Duecentocinquanta annue al Sergente 27^ reparto assalto n.2481 Venerdì 14 dicembre 2007 Maruggio matricola a Rizzo Giocondo, da Maruggio (Taranto) offertosi tre volte per rischiosi servizi di pattuglia, riportava utili informazioni per eseguire un nostro attacco, al quale partecipava con valoroso contegno. Uscito dalle linee, ad azione ultimata, con due compagni metteva in fuga una pattuglia di nemici che tentavano aggirare il suo reparto, e strappava loro una mitragliatrice con munizioni”.
Un cameratismo fraterno univa Giocondo ai suoi compagni. Il suo corpo d’assalto costituiva un’Unità da guerra monolitica dove, sul campo di battaglia, il sacrificio supremo di ogni combattente, invece di generare sgomento ed incertezza, come sarebbe stato naturale, rinsaldava indissolubilmente i vincoli spirituali del reparto d’appartenenza.
L’intero gruppo del nostro giovane maruggese sarà decorato al valore militare e indicato quale “modello di disciplina e di ardore guerriero”. Filippo Tommaso Marinetti, padre del Futurismo, dirà a quei giovani combattenti:” Voi che siete uomini d’azione, poche chiacchiere, molti fatti, una bestemmia, un bicchier di vino, un pernacchio al nemico, tascapane pieno di bombe e pugnale brandito, mi direte che in genere le parole, i discorsi poco vi interessano. Avete ragione. Vi consiglio di non ascoltare i discorsi degli accademici, che vengono dalle città a parlarvi di coraggio. Non si insegna il coraggio a un ardito(…). Dicono che molti di voi non hanno più nulla da perdere e perciò osano tutto. Io rispondo loro che voi siete i primi, della nuova Italia(…). Io amo la vostra disinvoltura insolente(…). Voi siete la nuova generazione d’Italia, temeraria e geniale(…).
Voi siete gl’instancabili, i miracoli viventi di muscoli e coraggio, i divini futuristi della nuova Italia”. Onore e gloria, perciò, a quel ragazzone “insolente” di Giocondo. Alla sua spavalderia giovanile. Alla sua audacia. Al suo gesto eroico. Grazie Giocondo. Maruggio ti è grata.

Brano tratto dal libro di Tonino Filomena “Maruggesi nel Primo Novecento”

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