mercoledì 11 Dicembre, 2024 - 9:50:43

Omaggio alle «mezze maniche».

Una volta venivano chiamate «mezze maniche». Oggi quel «capoufficio» che dice al suo dipendente: «sei una mezza manica», rischia una condanna per ingiuria e diffamazione. Talvolta il subalterno è chiamato anche «mezza cartuccia», che è sinonimo di «omiciattolo»; nel migliore dei casi «impiegatuccio». In ogni modo, chi dipende da altri è una «mezza manica». Sono in tanti. Siamo in tanti. Siamo dipendenti. Dunque inferiori, cioè dei sottoposti. Ma non prendiamocela più di tanto. Veniamo pagati per sottoporci. Dobbiamo pur portare a casa il «27» per pagare le bollette. Accade, però, dopo anni e anni di pubblica o privata «dipendenza», che alcuni di noi reclamano più libertà. Quella interiore, intendo. Sopraggiunge il desiderio di esteriorizzare la nostra libertà, le nostre opinioni, la ricerca quasi disperata del confronto all’interno del gruppo dei «fannulloni». Ma invano. Quasi come se volessimo riparare all’errore di aver scelto (per forza maggiore) di fare i dipendenti. Poi… un bel giorno Uno tra tanti decide di abbandonare il gruppo. Un po’ come il gabbiano Jonathan che abbandona la massa dei comuni gabbiani non per procurarsi il cibo, ma per imparare ad eseguire il volo come atto di perizia e intelligenza, fonte di perfezione, di gioia e di liberalità. Un gabbiano in «mezze maniche» che spicca il volo per liberarsi dai mezzani, per ubbidire non al proprio capoufficio ma alla propria legge interiore perché sa di essere nel giusto, nonostante i pregiudizi degli altri. Una «mezza manica» che librandosi prova un piacere immenso nel far bene le cose che ama, indipendentemente dagli altri, lontano dagli altri, dalla moltitudine. E così accade, almeno per un giorno, una settimana, un mese o, forse, per sempre che la nostra Mezza Manica, ovvero il nostro goffo, ma indistruttibile, ragionier Fantozzi Ugo, affascinato dall’essere e non dall’apparire, è trascinato come un gabbiano in una entusiasmante avventura di volo, di purezza, di libertà. «Indipendentemente».

Perché questo brano? Beh, si deve pur saper proteggere se stessi: è questa una validissima prova di indipendenza.

Fernando Filomena

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