martedì 22 Ottobre, 2024 - 10:29:30

Un compleanno “particolare”: i miei trent’anni con chi amo di più

 

Alla nostra redazione è pervenuto questo bellissimo ed emozionante racconto. Abbiamo deciso di pubblicarlo. Leggetelo ne vale la pena. 

valentina la nonnaAvevo deciso da tempo di non voler festeggiare questo mio trentesimo compleanno in un modo uguale agli altri , perché i 30 anni sono pur sempre un traguardo importante , un’età in cui si raggiunge secondo il mio punto di vista una certa maturità , che va oltre le solite idee, le solite abitudini della stessa persona.

E ti ritrovi con una ruga in più sul viso, una serata in discoteca a cui rinunci volentieri per fare altro che sia più costruttivo.
Pensavo e ripensavo, durante i giorni precedenti quella data, cosa potessi o non potessi fare.
Mi serviva un’ idea semplice ma bella.
Era forte in me il desiderio di non voler ricevere regali come si usa fare, ma di voler donare io qualcosa agli altri. Non qualcosa di materiale, di tangibile, ma qualcosa che potesse restare nel cuore degli altri, fosse stato anche un semplice sorriso.
Volevo pensare ad un gesto donato dal profondo del mio cuore. Si, era questo ciò che mi serviva dare.
A questo punto, avrei dovuto trovare i miei destinatari, coloro che avrebbero dovuto creare con me questo connubio d’amore. D’ improvviso un’idea. La direzione giusta, speravo.
Gli anziani della casa di riposo : sarebbero stati loro il mio “regalo” . Questi “grandi” uomini e queste “grandi” donne che vivono tutti assieme le loro giornate, con le loro tante “primavere” compiute, con i bagagli delle loro storie diverse, ma ancora pieni di voglia di vivere e di sogni. Sarebbero certamente stati felici di vivere un paio d’ ore in un modo un po’ diverso che rompesse la loro quotidianità. In qualche modo volevo portare “un sorriso nel loro cuori”.

Mai perdere di vista il fatto che i vecchi hanno bisogno di poco ma di quel poco hanno tanto bisogno.
(Margaret Willour).

Questo il mio obiettivo da raggiungere, da regalare. Inizio così a contattare chi di dovere, passa qualche giorno e la risposta è positiva.
Si,si può fare.
Cerco di scegliere la piu consona tra le idee da sviluppare durante quella giornata, sostenuta dal supporto di una grande amica.
Deciso il tutto, aspetto con ansia e gioia allo stesso tempo, il fatidico giorno.
E quel giorno arriva.

Mi alzo, mi preparo e vado a prendere chi in questa giornata non poteva non essere al mio fianco e soprattutto poi in questa occasione. La mia nonna.
Arrivate alla casa di riposo, prendo la torta e le altre cose utili ed entriamo, salutando chi mi accoglie.

Di fronte a me una stanza grande addobbata a festa e tutti i vecchietti, ospiti della casa di riposo,  seduti a semicerchio, adornati con ghirlande di fiori colorati e cappellini da festa che appena mi vedono e li saluto, iniziano a cantarmi la canzone di buon compleanno.
Una scena da film. Una scena emozionante. Nei miei occhi la commozione. Un momento che mi rimarrà nel cuore.
E poi di seguito balli, musica… la loro gioia e la mia felicità. I loro occhi stanchi ma che parlavano con uno sguardo dietro quegli occhiali spessi, le loro carezze e le loro parole hanno accarezzato la mia anima come mai era successo nella mia vita. Nonostante alcuni di loro avessero il bastone che li sosteneva a stare in piedi, si sforzavano a muoversi per far festa. Tutto questo ha voluto dire tanto.

collage
Ho provato delle emozioni bellissime.. era tutto un vortice di colore, di bene e sorrisi veri.
E i loro “grazie” mi hanno fatto comprendere di essere riuscita nel mio intento.

Quel tempo passato con loro è stato come un breve viaggio verso la rotta della felicità, un lasso di tempo in cui la sabbia della clessidra della loro ordinaria quotidianità ha smesso di scorrere e ha fermato il tempo della loro giornata tra una soave musica da ballare come quando si era giovani, una vecchia canzone dei loro tempi “verdi” da cantarmi e farmi conoscere, una poesia da recitarmi… il loro modo, insomma, per augurarmi un felice compleanno e ringraziarmi per tutto ciò, senza sapere che alla fine sarei stata io a dover ringraziare loro per quelle splendide sensazioni che non immaginavo di provare.

E’ stato quindi un “regalo nel regalo” . Ed io sceglierei altre mille volte di trascorrere così quella giornata. Perchè non c’e’ nulla di piu bello che fare del bene, di portare il calore di un sorriso a chi ne ha bisogno, di travolgere con un’ondata di felicità chi più di altri magari può sentirsi triste in alcuni momenti per vari motivi.

12784634_10207245566250431_1799704275_nSono tornata a casa con gli occhi lucidi di gioia, il loro mazzo di rose rosa tra le mani e la coroncina del rosario nella tasca destra della maglia, certa che dai quei miei grandi amici presto ci ritornerò.
Perché più di qualsiasi bene materiale, serve un sorriso, una carezza o un piccolo gesto d’amore per allietare l’anima e per comprendere bene il senso della Vita in questo mondo che ormai va veloce e perde di vista le piccole cose che sono poi le più grandi, le più belle.

Io CI CREDO nel valore dei piccoli gesti che arricchiscono te stessa e fanno bene agli altri.
E penso che ciò di cui vi ho raccontato ne sia l’esempio.
Fare del bene paga sempre. Paga il cuore. E fa sorridere gli occhi e l’anima.

Valentina Saracino

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