venerdì 17 Maggio, 2024 - 3:48:43

La moschea di Samira di Pierfranco Bruni. L’uso sapiente della parola

L’opera “La moschea di Samira” (Milella) di Pierfranco Bruni si presenta come una mescolanza di poesia e di prosa che si fa essa stessa poesia, per l’uso sapiente della parola e la musicalità della resa.
Il luogo diventa non luogo perché li abbraccia tutti, da oriente a occidente, è spazio dell’anima che prende la forma degli spazi che abita.

Samira non è in un luogo, Lei è nei luoghi, è amore che supera l’umano per toccare l’ineffabile, è incontro di uomini, di religioni, di lingue e di Mediterraneo in cui l’acqua è mescolanza di genti e culture. Bruni è un viaggiatore virtuoso che passeggia tenendo tra le mani un blocco bianco su cui prendere appunti, su cui trascrivere suggestioni dettate da ciò che cattura lo sguardo e che va oltre il monumento, la piazza, il mercato, la casa, per cogliere le sensazioni lasciate dai colori, dai suoni, dagli odori, dai gesti semplici di persone incontrate per caso o vissute per un tempo lungo o breve. E le idee prendono la forma della poesia che è mistero ed altro al tempo stesso, è incanto di fronte a uomini e luoghi.

Qualsiasi tipo di incontro è amore che, al pari della fede, entra inaspettato nel cuore. Nella parte dedicata a Gesù, alla Madonna, Maria di Magdala, Pilato, Pietro, tutto è incentrato sul valore del perdono che viene concesso anche a chi ha peccato, a chi ha ucciso, a chi se ne è “lavato le mani”, perché l’amore puro può tutto. Pilato non ha scelto, è stato scelto e dunque amato.

Gli amori veri, come quello per Samira, in viaggi sia fisici che spirituali, sono un inno a non lasciarsi distrarre da cose senza importanza e a vivere nell’immediatezza dell’attimo presente che diventa subito passato.
Le emozioni non devono rimanere tali ma trasformarsi in sogno. L’amore è qualcosa di magico o misterioso come i personaggi mitologici che hanno riempito questi luoghi con le loro presenze: Odisseo, Circe, Didone…
Gli amori veri come quello per Samira non muoiono mai perché non hanno un tempo, sono sublimazione e ponte verso l’ineffabile e l’intangibile.

“Samira è tempo perduto e ritrovato”.

P.s. Queste, di getto, le mie impressioni: non me ne voglia l’autore. D’alto canto chi scrive, lasciando la sua opera nelle mani dei lettori.

Roberta Mazzoni- Ordinaria di Italiano. Marche

Facebook Comments Box
Per restare aggiornato con le ultime news seguici e metti “Mi piace” sulla nostra pagina Facebook e iscriviti al nostro canale YouTube.  

Per scriverci e segnalarci un evento contattaci! 

Notizie su Redazione

Redazione
La Voce di Maruggio nasce nel 2010 come supplemento de La Voce di Manduria, dal 17 luglio 2012 diventa testata giornalistica grazie ai propri investitori che credono in questo progetto. Giornale free press La Voce di Maruggio, tratta la cronaca, la politica e cultura e sport principalmente della Città di Maruggio.

Leggi anche

assassinio di giacomo scena del crimine

Bari. Arrestato il presunto killer del fisioterapista ucciso il 18 dicembre scorso

Il tranquillo quartiere di Bari era stato scosso da un tragico evento avvenuto il 18 …