venerdì 26 Aprile, 2024 - 17:16:01

La musica e la visione interpretativa della mano assoluta di Vladimir Ashkenazy

Protagonista della costante rinascita e importanza del pianoforte nella vita musicale della nostra epoca, con sessant’anni di attività, di cui quasi 55 documentati da più di quaranta milioni di dischi venduti e con le sue esperienze di direttore, oltre che delle grandi orchestre occidentali, in Giappone e Australia, Vladimir Ashkenazy, martedì 23 aprile, ha incantato il pubblico di Taranto, presso il Teatro Orfeo, nella serata di gala per il 75° anniversario della associazione musicale “Amici della musica Arcangelo Speranza “.

Il celebre pianista russo si è esibito in un raffinato programma, duettando coda a coda con il figlio Vovka, proponendo musiche di musiche di Schubert, Brahms, Ravel e Rachmaninov. Ashkenazy,  è anche un eccellente direttore d’orchestra. Vladimir Ashkenazy in tanti anni di carriera ha portato a piena realizzazione un’inclinazione che ha sentito di avere sin da bambino. “Certo, non sono un orchestratore abile come Ravel o Debussy – dice con una espressione di profondo rispetto – ma, ho svolto il mio lavoro in una maniera molto precisa, cercando un “suono russo”, ovvero un suono denso, ricco di colore: credo alla fine di aver raggiunto il mio obiettivo”.

Dice, descrivendosi, di essere soltanto un esecutore, che si limita a cogliere i suggerimenti lasciati da moltissimi talenti nei secoli passati. La creatività è un dono prezioso ed inestimabile.

Qualcuno pensa che, a seguito della lezione dei filologi, suonare Bach sui moderni grancoda sia démodée? Ma, certo, se Bach ne avesse avuto uno a disposizione, sarebbe stato strafelice di poterlo utilizzare. Per questo, non si può che fare un buon servizio alla sua musica, suonandola su strumenti d’ oggi, seppur nel rispetto dello spirito originario“.

Di grande impatto emozionale, tra tutti, il concerto al Conservatorio di Mosca, nel 1989, resta il più sentito, quando dirigeva la Royal Philarmonic Orchestra.

Suonai il terzo concerto per pianoforte di Beethoven, e poi Chaikovskij – racconta – Ma, fu bello per il contesto: tutti sorridevano felici, era appena caduto il Muro di Berlino, per l’Unione Sovietica era la fine. E io ero rientrato a Mosca dopo 26 anni”.

Il segreto di artista così sensibile e geniale, non risiede tanto nel talento, indiscussa dote innata, ma in una apertura completa alla visione dell’arte, che implica una profonda conoscenza non solo dello spartito, ma anche di chi lo ha composto. “I giovani esecutori sanno cosa stanno studiando? Si domandano che cosa il compositore volesse comunicare? Qualche volta non ne hanno idea! Mi è capitato di ascoltare un giovanissimo pianista. Non farò il nome, ma mi sembrò fantastico: grande orecchio, coordinazione, tecnica. Fece un brano di Rachmaninov. Gli chiesi, alla fine: perché l’hai suonato in modo così strano? Per essere diverso, mi disse. Diverso! Dovresti cercare di esprimere ciò che il compositore voleva dire, non metterci sopra il tuo marchio“.

Alla domanda se esiste un’interpretazione assoluta, definitiva, di un dato spartito, come sostiene a esempio il suo amico Daniel Barenboim, risponde

“Non ho mai applicato l’aggettivo “perfetto” ad alcuna delle mie interpretazioni. Che cos’è, in definitiva, la perfezione? È una definizione inutile nella musica. Si possono eseguire bene alcuni passaggi, si può solo sperare di essersi identificati quanto più possibile con l’idea che un compositore aveva di un suo determinato pezzo. Qualche volta ci si riesce, altre no”

Alessandra Basile

 

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Notizie su Alessandra Basile

Alessandra Basile
Laurea magistrale in Progettazione e Management di sistemi turistici e culturali e triennale in Scienze dei Beni Culturali per il Turismo, presso l'Università degli Studi "Aldo Moro" di Bari, è presidente della Associazione culturale Programma Cultura, di Taranto, che promuove e valorizza il territorio ionico e regionale, con progetti ed organizzazione di eventi per la divulgazione delle eccellenze del nostro patrimonio culturale. Appassionata di arte, teatro e fotografia, è da anni impegnata nella divulgazione scientifica per la tutela del cielo stellato, dichiarato dall'UNESCO patrimonio dell'umanità. Ha al suo attivo importanti esperienze redazionali con testate nazionali e regionali, con cui collabora per raccontare le bellezze artistiche, culturali e paesaggistiche del territorio.

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