martedì 23 Aprile, 2024 - 10:24:08

Caporalato – Sfruttamento della manodopera agricola, due denunce a Massafra

Foto 1MASSAFRA – I Carabinieri della Compagnia di Massafra, in collaborazione con i militari del Nucleo Ispettorato del Lavoro e gli ispettori della Direzione Provinciale del Lavoro di Taranto, hanno eseguito un servizio di controllo finalizzato al contrasto del fenomeno del “caporalato” e dello sfruttamento di manodopera nell’ambito delle attività agricole, nel corso del quale un titolare di un’azienda agricola ed un cittadino extracomunitario, sono stati denunciati perché ritenuti responsabili di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

L’attività ispettiva ha riguardato un’impresa agricola con sede a Massafra, operante nel settore della coltivazione dei pomodori, nella quale, secondo le notizie acquisite, erano stati impiegati numerosi cittadini extracomunitari, provenienti da varie regioni del territorio nazionale.

All’atto del controllo nei terreni dell’azienda agricola, si accertava la presenza di 35 cittadini extracomunitari di origine africana, tutti braccianti agricoli, parte dei quali alloggiati in un vecchio rudere in disuso, privo di servizi sanitari, acqua e corrente elettrica, altri accampati all’esterno della stessa fatiscente struttura, su materassi sudici o sotto rudimentali coperture sintetiche, in condizioni igienico-sanitarie pessime.

Gli stranieri, quasi tutti in possesso di regolari documenti di soggiorno per motivi umanitari, sono stati identificati e sentiti allo scopo di accertare la loro posizione contributiva e la regolarità delle assunzioni: molti di loro sono risultati regolarmente assunti dall’azienda in questione, con compensi lavorativi giornalieri c.d. “a cottimo”, altri, invece, in numero di otto, privi di regolare foglio di assunzione ma, comunque, impiegati nella raccolta dei pomodori presso quel proprietario terriero.

Foto 2
Nel corso dell’attività ispettiva, è stato accertato che, alcuni braccianti agricoli occupavano quel rudere di campagna da oltre 20 giorni, su espresso consenso del proprietario del terreno, che provvedeva giornalmente ai rifornimenti di acqua per le loro primarie esigenze di vita, talora attingendola da un pozzo artesiano ivi esistente, e che un loro connazionale, non presente sul posto ma successivamente identificato, svolgeva il qualificato ruolo di intermediazione (il c.d. “caporale”) con il titolare dell’azienda richiedente la manodopera, ricevendo altresì i compensi giornalieri, poi corrisposti agli stessi braccianti, organizzando la loro attività lavorativa, gli spostamenti da e per i luoghi di lavoro, nonché occupandosi – di concerto con il proprietario terriero – delle loro degradanti situazioni alloggiative.

Si è inoltre accertato che molti degli stranieri identificati non ricevevano la paga da oltre una settimana, pur avendo svolto regolarmente i turni giornalieri di raccolta.

Al termine degli accertamenti sono state contestate al titolare dell’azienda violazioni amministrative pecuniarie, per un ammontare di oltre 52.750,00 euro, mentre a carico dello stesso e dello straniero intermediatore è stata inoltrata alla competente Procura della Repubblica di Taranto apposita informativa, in relazione al delitto di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, di cui all’art. 603 bis c.p.

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