Il Castello Svevo di Brindisi, conosciuto anche come Castello Grande o Castello di Terra, per distinguerlo da quello aragonese, quest’ultimo detto anche Forte a Mare, è attualmente il più antico ed importante edificio della città. Costruito nel 1227 per volere di Federico II di Svevia, doveva servire quale residenza fortificata per lo stesso Sacro Romano Imperatore e Re di Sicilia, nonché come presidio militare per le sue milizie.
Per la sua edificazione vennero reimpiegati materiali provenienti dalla vecchia cinta muraria e dagli antichi dai monumenti in rovina, tra cui molto probabilmente anche l’antico anfiteatro romano. La pianta originale era di forma trapezoidale, sul cui lato occidentale, tra le due torri cilindriche, venne edificato il Mastio o Dongione, che al piano terra presentava la porta di accesso alla fortezza. Sul lato orientale ed al centro, invece, fra due torri a pianta quadrangolare, ne venne costruita un’altra pentagonale. Ovviamente nel corso dei secoli furono operate diverse modifiche alla struttura, in modo da renderla idonea alle nuove esigenze di carattere difensivo. In particolare nel 1448, i nuovi dominatori aragonesi provvidero all’edificazione di una cinta muraria esterna sul lato rivolto verso terra del castello, mantenendo l’originale nucleo svevo. Tale muraglia venne rinforzata con quattro torri circolari a difesa di eventuali assalti condotti con armi da fuoco.
Durante questa fase di ristrutturazione l’originale fossato di epoca sveva venne coperto e sull’area furono ricavati locali interni e piazzole, mentre uno nuovo e più grande fu scavato e nel contempo si provvide ad aprire un nuovo ingresso al castello lungo il lato occidentale. Un’epigrafe risalente al sovrano Ferdinando d’Aragona riporta all’interno della fortezza un breve resoconto relativo ai lavori di ampliamento e di rinforzo. Ulteriori modifiche furono effettuate fra il 1526 ed il 1530 e portarono ad una sopraelevazione del parapetto, nonché alla creazione della Batteria di Levante e del Baluardo della Campanella.
Salito al trono di Napoli Gioacchino Murat, cognato di Napoleone Bonaparte, il castello fu utilizzato come penitenziario. A partire dal 1909 veniva utilizzato dalla Marina Militare Italiana quale stazione per le torpediniere mentre l’anno successivo si provvedeva ad istituire il Comando dei Reparti di Sommergibili. Durante i due conflitti mondiali il castello fu impiegato come base navale e nel 1943 furono ospitati al suo interno i sovrani Vittorio Emanuele III e la regina Elena, nonché il Capo del Governo, maresciallo Badoglio, all’epoca in cui Brindisi fu provvisoria capitale d’Italia.
Cosimo Enrico Marseglia
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